di Paolo Santangelo*
La storia del gin continua: la prima Gin Craze e il periodo più buio che ha contribuito alla cattiva fama del gin, fino alla nascita dei Gin Palace e del gin tonic
GIN CRAZE
Il XVIII secolo infatti è il periodo della “Gin Craze”. Al distillato vengono dati diversi soprannomi: “Blue Ruin” o “Mother’s Ruin”, Ladies Delight”, “Cuckolds’ Comfort” e “Madame Geneva”. A Londra tutti lo bevono e tutti lo producono. Costa poco e piace. Le cifre sono incredibili: nella capitale solo i rivenditori autorizzati erano 7.044 ma esistevano centinaia di venditori per le strade (ancora più impressionante se si considera che gli abitanti di Londra erano 600.000); nel 1733 si è calcolata una produzione di 47 milioni di litri di gin legale, circa 53 litri all’anno per persona; nel 1740 non meno della metà dei luoghi in cui veniva servito alcol era costituita da “gin shops”.
Nel XVIII secolo l’eccessivo consumo di gin scadente provocò moltissime morti in Inghilterra. Ma è proprio in questo stesso periodo che il gin acquisisce anche la sua cattiva fama. Praticamente in tutte le case veniva prodotto gin con mezzi di fortuna, utilizzando grano di scarsa qualità per fare lo spirito neutro, spesso tagliato con trementina, vitriolo e allume. Il risultato è stato devastante e al gin è stata attribuita la colpa per innumerevoli casi di prostituzione, omicidi, pazzia e svariati crimini oltre a essere stato dichiarato causa dell’aumento del tasso di mortalità e dell’abbassamento di quello di natalità. Tra tutte le cifre spaventose di quegli anni c’è un dato particolarmente significativo: nel 1751 sono state registrate circa 9.000 morti di bambini causate da intossicazione da alcol.
GIN LANE E I GIN ACT
Morte e disperazione quindi in questo periodo buio, descritto perfettamente dalla famosa stampa “The Gin Lane” di William Hogarth (1697-1764). L’immagine denuncia la rovina della società, rappresentata dall’abuso del gin, e mostra scene raccapriccianti, fra le quali la più terrificante è quella di una donna che lascia cadere il suo bambino mentre è sopraffatta dall’inebriante effetto del distillato. Nel frattempo il governo non fa che peggiorare le cose tentando vanamente di trarre guadagno dal consumo di gin. Tra il 1729 e il 1751 il Parlamento emana ben 8 Gin Act. Con il primo vennero aumentate le tasse sull’alcol, col solo risultato di far arricchire ulteriormente i proprietari terrieri corrotti che smerciavano di nascosto il grano alle distillerie. In seguito si arrivò quasi a un proibizionismo quando venne tassata anche la vendita di gin provocando una forte crisi per la produzione legale con un conseguente aumento di quella clandestina e della vendita di contrabbando. L’ultimo Gin Act riesce a migliorare un po’ la situazione, eliminando la legge precedente e permettendo solo alle distillerie lecite di vendere il gin ai proprietari dei bar dotati di licenza (concessa a un prezzo ragionevole). Grazie a questo intervento inoltre migliora la qualità del gin e il nero periodo della Gin Craze lascia spazio a un avvenire più roseo.
Beer Street e Gin Lane a confronto
I GIN PALACE E L’INVENZIONE DEL GIN TONIC
Il XIX secolo è fulgido per l’Impero Britannico e la prima Rivoluzione industriale porta con sé grandi elementi di innovazione. Il ripopolamento delle città stimola il cambio di mentalità e il distacco da tante vecchie usanze. Nuove tecnologie cambiano la vita delle persone, quali le lampade a gas e nuovi metodi di lavorazione del vetro. Citiamo queste due perché sono quelle che caratterizzano i Gin Palace inglesi: locali magnificenti amati dalla classe dei lavoratori e che hanno trasformato il bere in un’occasione sociale, per nostra fortuna. Il primo Gin Palace sorse nel 1829 e si chiamava Thompson and Fearon’s.
Nello stesso periodo i soldati inglesi della Compagnia delle Indie Orientali che si trovavano nelle colonie indiane usavano il chinino per prevenire la malaria, ma la sostanza era troppo amara e quindi veniva diluita con acqua e zucchero. Questi stessi soldati avevano con sé anche il lime per evitare lo scorbuto durante i lunghi viaggi e il gin per tenere alto l’umore. Hanno fatto presto a fare due più due e a mettere tutto assieme dando vita ai primi Gin Tonic della storia!
*bar manager ed esperto horeca
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