Il centrodestra italiano è in frantumi tra verdiniani, fughe e cambi di casacca, manca una proposta politica condivisa e le urla di Salvini allontanano gli elettori moderati. Pensare in questa fase in Molise ad affidare le sorti delle città, del territorio e della Regione al centrodestra è un’ipotesi stravagante, di corto respiro ed oggettivamente poco saggia, per nulla oculata e senza alcuna prospettiva.Il Movimento 5 Stelle cavalca la protesta e si inserisce nelle contraddizioni del centrosinistra, ma non ha un programma credibile. Basta pensare che vuole tornare alla lira ed uscire dall’Unione Europea per rendersi conto dell’assenza di una strategia di Governo in grado di tracciare un’alternativa seria al PD.
In questo quadro il Molise non può che ricercare soluzioni per superare la crisi, nel rilancio del Mezzogiorno insieme alle altre regioni meridionali sollecitando il massimo impegno dal centrosinistra e dal Partito Democratico che è al Governo in tutte le realtà locali. La classe dirigente molisana deve adoperarsi con determinazione, unità d’intenti e senso di responsabilità per agire con sinergia e saggezza tra delegazione parlamentare, governo regionale, amministratori locali e dirigenti del PD e del centrosinistra. In questa fase sono incomprensibili gli attacchi al Presidente Frattura a meno che non c’è chi gioca allo sfascio per restituire il Molise al centrodestra. Un contro è confrontarsi sulle scelte, misurarsi sui problemi e decidere il da farsi sulle questioni più impellenti. Altra cosa è attaccare senza motivo il Presidente della Giunta per cominciare una rovinosa preparazione ad una propria candidatura alle prossime tornate elettorali. Se ci sono progetti, idee, programmi o proposte si tirino fuori e ci si metta al servizio dei cittadini con umiltà e senso del dovere.
In caso contrario si evitino divisioni stucchevoli, polemiche pretestuose o prese di posizioni inconcludenti.
Pietro Maio