“Il Molise riparte”? Distacco tra la realtà dei fatti e la visione del Governo regionale

Sorrisi, abbracci, pacche sulle spalle condite da quel leitmotiv che negli ultimi tre anni abbiamo sentito ripetere continuamente, “il Molise riparte”, nella convinzione che, finalmente, dopo tanto penare, si cominci a toccare con mano la ripresa, tutto questo all’indomani della diffusione dell’ultimo rapporto della Banca d’Italia sull’economia del Molise.
Peccato che la percezione reale, quella che si ha parlando con le persone, visitando le aree interne e troppo spesso dimenticate, ma anche leggendo in maniera approfondita e oggettiva i dati registrati dai principali rilevatori economici, sia diversa, ed evidenzi probabilmente una sorta di distacco tra quella che è la realtà dei fatti e la visione del Governo regionale.
Se il Molise effettivamente prova a ripartire, il nostro apprezzamento va al coraggio, all’intraprendenza, alla voglia di sperimentare e di migliorarsi di quelle imprese che, nonostante una congiuntura sfavorevole, hanno deciso di investire su loro stesse, di scommettere sul futuro e di dare fiducia e lavoro ai tanti giovani in cerca di un’occupazione stabile.
Sono queste aziende, che appartengono per lo più ai settori dell’industria alimentare, della chimica e dell’automotive, che hanno permesso di realizzare questo trend positivo, anche se, come precisato nel documento di sintesi del rapporto della Banca d’Italia, “il ciclo economico stenta a ripartire”.
Questo perché “il Molise viaggia a due velocità”, giacché a fronte di questi settori in ripresa ce ne sono altri che si trovano in una situazione oramai stagnante, come testimoniato dalle persistenti difficoltà dell’industria bieticolo-saccarifera, avicola e dell’abbigliamento e dalla continua riduzione del numero delle imprese attive nel settore industriale, nel 2015 diminuite dello 0,9%.
“Il trend positivo della nostra economia si rafforzerà, ne siamo certi, all’interno del disegno di opportunità che con il riconoscimento dell’area di crisi complessa si aprono per il settore produttivo, economico e occupazionale del Molise”; l’ottimistica previsione del Presidente Frattura si scontra al momento con la situazione di stallo proprio dell’area di crisi, sulla quale si dibatte oramai da tempo, e a distanza di quasi un anno dall’accettazione della richiesta da parte del Ministero dello Sviluppo Economico (agosto 2015) per ora si è fermi ancora alle linee generali e all’individuazione dell’area dei comuni interessati, in attesa della definizione di quei strumenti che dovranno accompagnare le aziende e rendere più appetibile investire nel nostro territorio.
Mentre da un lato il Presidente Frattura con enfasi comunica l’offerta arrivata per il rilancio della filiera avicola, la cui progressiva disgregazione è stata determinata dalla decisione dell’attuale Governo regionale di chiudere lo stabilimento della Gam nell’ottobre del 2013, dall’altro lato registriamo che per lo Zuccherificio si è arrivati al tredicesimo bando di vendita, con le RSU che si sono viste costrette a rivolgersi direttamente al Ministro dell’Agricoltura; in proposito si è aperta la possibilità del riconoscimento di area di crisi non complessa per il Basso Molise, come si sta muovendo il Governo regionale in merito? Speriamo, come consiglieri regionali, di essere informati al più presto.
Resta che, con riferimento alla Gam, il perdurare dell’inattività dello stabilimento renderà sicuramente più problematica una ripartenza produttiva dello stesso, per questo valuteremo con grande attenzione, se ovviamente ce ne sarà data la possibilità come Consiglio regionale, il piano industriale che la nuova società intenderà stilare, per verificare se effettivamente potrà rispondere alla necessità di rilancio della nostra filiera avicola in tutti i suoi settori di comparto. Sarà di nuovo rilanciata l’idea delle cooperative? I lavoratori accetteranno questo progetto, così da diventare soci e imprenditori?
Ovviamente ci auguriamo che tutto vada per il meglio, intanto ringraziamo la Sagem, società di cui conosciamo la serietà e la solidità, per aver scelto di investire in Molise nonostante tutte le criticità del caso, e soprattutto ci sentiamo di ringraziare per il lavoro svolto, visto che non è stato fatto da altri, la Confcooperative Molise e il suo Presidente Calleo, che da più di due anni ha promosso con impegno la realizzazione di questo processo di socializzazione, e che ha già operato con successo a Bojano in un progetto per diffondere la cultura della cooperazione, avviando con ex lavoratori avventizi un percorso di formazione e costituzione di cooperative operanti in diversi settori.
È questo il “vero lavoro concreto” che ci sentiamo in dovere di elogiare.
Fonte di preoccupazione è ancora il marcato calo del settore delle costruzioni, il cui valore si è ridotto del 2,7% mentre le imprese sono diminuite del 2,4%, nonostante le rassicurazioni date più volte dal Presidente Frattura e dall’Assessore Nagni per un trend che di fatto non si è invertito.
Eppure “il cammino della ripresa è segnato” sostiene il Presidente Frattura, e il “Patto per il Molise va in questa direzione”, un documento sbandierato in più circostanze nelle ultime settimane, sul quale già abbiamo evidenziato il nostro pensiero, e che ancora attende di essere firmato, da quel 17 maggio in cui era stata preannunciata la venuta in Molise di Renzi per la fatidica firma.
Quanto il Molise dovrà aspettare ancora per avere la giusta considerazione da parte del Governo centrale?

I Consiglieri regionali di Centrodestra

Commenti Facebook