Onore e tanti applausi alla Risorta Locanda del Castello di Civita di Bojano e al suo animatore in cucina e in sala, il bravissimo Renato Testa, che, in quel luogo stupendo che domina la valle ombrosa dal quale parte il fiume tutto molisano, il Biferno, scioccamente abbandonato dalle istituzioni, riesce a far parlare del Molise sulla più titolata Guida, quella dell’Espresso, “i Ristoranti d’Italia 2017”. Un eroe, in mezzo a 502 insigniti di cappello (5 per i supercampioni e a scalare fino a 1 per quelli bravi come Renato) che, non si capisce perché, sono per la quasi totalità (118 su 502) sparsi nelle Regioni del Centro Nord di questo nostro stupendo Paese. Se penso che il Molise ha un solo rappresentante con un solo cappello e la Puglia tredici, devo pensare che il mio metro di giudizio di un piatto o di un locale è sbagliato o – ed è possibile – quelli che selezionano al sud sono più esigenti o, anche, che sono molto pochi i ristoranti del Centro Sud selezionati. Evidentemente per mancanza di selezionatori!
Torniamo all’eroe, Renato Testa, ed alla sua piccola ma ospitale Locanda che, all’inizio di quest’anno, ha vissuto , con l’organizzazione di serate piacevoli e interessanti, momenti conviviali intensi all’insegna di una carta degli oli, ben quattro che meritano di essere ricordati: la Riserva di Alessia di Alessandro Patuto di Larino, L’Olio di Michele Socci di Colletorto, il Licinius Platino della Cooperativa Colonia Julia venafrana e L’Olio di Flora de La Casa del Vento di Larino.
Una Carta degli oli che, lo vogliamo credere, ha contribuito a mettere il cappello sulla testa (scusate il bisticcio di parole) di Renato Testa.
Bravo Renato e, con te, bravi tanti altri ristoratori del Molise che noi amiamo.
Pasquale Di Lena
Il Molise e il suo “cappello in testa”
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