Il Molise che non si arrende. Non si vede ma c’è

Il Molise che non arrende è quello di due trentenni, Tommaso e Giacinto, che nello storico Chiostro Comunale di Limosano parlavano di vino e di latte con rara competenza e passione tutta molisana. Ragazzi che dopo aver studiato hanno investito sulle loro competenze realizzando una cantina che produce e commercializza la Tintilia di San Biase  o ampliando una stalla con quaranta vacche per latte di alta qualità venduto alla Granarolo. Ieri sera con lucidità insieme ad agronomi ed agrotecnici illustravano ad oltre cento persone le potenzialità del biologico e della tipicità sollecitando la Regione a spendere bene i 210 milioni di euro del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020.  Tommaso e Giacinto non sono soli in questo Molise in cui va di moda parlare solo in negativo. Bastava vedere sempre ieri alle 16.30 il drappello di molisani che al seguito del Vescovo di Trivento si erano arrampicati fino a Castelguidone per ascoltare Mons. Tommaso Valentinetti e Don Luigi Ciotti in una lectio magistralis su  “ Carità e Giustizia “.  E se a San Giovanni in Galdo ci fosse stata una telecamera chiunque avrebbe letto nello sguardo del Maestro Nicolino Di Donato, fondatore degli Zig Zaghini, dell’archeologa Gabriella Di Rocco e del Presidente della Socità Operaia Rocco Barrasso, l’orgoglio di figure che davanti a decine di persone in uno scorcio di rara bellezza discettavano delle monete di età augustea ritrovate sul territorio o di mutualità rurale e artigiana. Il Molise che non si arrende è quello che oggi alle 17.00 riceverà il Ministro dei beni Culturali Dario Franceschini per mostrargli l’opera di un emigrante speciale come Tony Vaccaro, è quello delle centinaia di eventi artistici, culturali, sociali e della miriade di seminari, convegni e incontri che animano i nostri borghi da Castel del Giudice a Tufara. Volontari che si fanno in quattro per promuovere manifestazioni, pubblicare e presentare libri, coinvolgere artisti internazionali del jazz, far conoscere il patrimonio culturale del proprio comune, e valorizzare tutto ciò che c’è di bello e di unico  nella nostra terra. Quello che manca è la sintesi positiva sollecitata proprio da Don Luigi Ciotti ieri nel suo intervento alla Caritas di Trivento in cui ha denunciato il senso di depressione che assale ognuno di noi a seguire un qualsiasi notiziario. Disgrazie, lutti, crisi, guerre e epidemie, in una miscela che alimenta la disillusione e la passività. Serve ribaltare la rappresentazione della realtà agendo fuori dagli schemi come ci ha invitato a fare Papa Francesco creando una rete virtuosa che sappia raccogliere le mille energie del Molise che non si arrende e orientarle a condividere un percorso di riscatto e di rilancio.

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