“Ricordare il 27 gennaio del 1945, giorno in cui i soldati dell’Armata Rossa aprivano i cancelli di Auschwitz, significa conservare e coltivare la memoria di uno degli eventi più drammatici della nostra storia, per far sì che il ricordo costituisca un ammonimento perenne al rispetto degli altri e alla pacifica convivenza tra i popoli. È l’affermazione di questi principi l’impegno di cui devono farsi carico le Istituzioni pubbliche, le scuole, le associazioni e mantenere viva l’attenzione e la riflessione sull’atrocità della Shoah per giungere ad una condanna universalmente condivisa, perché ciò che è stato, mai più dovrà essere. La Shoah è una ferita profonda, ancora non rimarginata, nella storia e nella cultura europea e rappresenta tutt’ora uno dei più feroci crimini compiuti dall’umanità contro l’umanità.
Purtroppo la brutalità della Shoah non appartiene solo al passato, ma si ripete ancora oggi in varie parti del mondo spesso, purtroppo, nell’indifferenza generale. Abbiamo vissuto e viviamo ancora l’aberrante ed amara esperienza dei genocidi, dalla Bosnia alla Serbia, dalla Palestina all’Africa, ed in altre parti del mondo. Una ferita aperta che deve far riflettere, soprattutto in un momento come quello attuale, in cui viviamo una recrudescenza di atti terroristici frutto di una cieca e farneticante affermazione di primato di razza e di religione. In questo momento appare ancor più doveroso e sentito il ringraziamento che dobbiamo rivolgere a tutti coloro che sono impegnati a garantire la pace nelle varie zone del mondo, oggi più che mai agitate e sconvolte da mostruose strategie terroristiche e criminali. È per queste ragioni che abbiamo il dovere morale di insegnare alle giovani generazioni a combattere l’indifferenza e a ripudiare ogni forma di integralismo e di estremismo, per costruire una Comunità civile realmente fondata sul rispetto della dignità di ogni essere umano e sui valori universali di uguaglianza e libertà”.
Il messaggio del Presidente Niro sulla “Giornata della memoria”
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