Più trascorrono gli anni e maggiormente si avverte il bisogno di alimentare la vivezza della memoria degli anni tragici che hanno segnato il destino italiano e la grande, eroica risposta del popolo alla barbarie nazifascista, raccolta e riassunta nella Resistenza.
La decantazione delle passioni, che sono state il sottofondo della lotta armata, consente oggi di leggere quelle pagine di storia con molta più attenzione e accuratezza, e di trarre, con migliore e lucida coscienza, il senso e il valore di ciò che gli italiani hanno saputo realizzare sulle rovine fisiche, economiche e morali in cui era precipitato il Paese, sconfitto e lacerato.
Il 25 aprile è, dunque, e sarà, eternamente, una data incancellabile, inattaccabile, invulnerabile, tanto essa muove il ricordo e appella il riscatto che fu volontà, forza e patrimonio unanime di tutti coloro che imbracciarono le armi e sacrificarono la loro vita per il ritorno alla libertà e alla democrazia. Quel sangue versato, oggi reclama unità, coesione, responsabilità, partecipazione a sostegno della democrazia e della libertà così dolorosamente conquistate che, in un contesto storico mai così tanto contrassegnato da guerre, atti terroristici e barbarici, instabilità e paura, rischiano di essere insidiate e inquinate.
Il 25 aprile, e ciò che esso rappresenta per i valori inestimabili che ha saputo difendere e realizzare, non deve essere celebrato unicamente come la data della guerra di liberazione, ma come un costante, continuo riferimento per tutti gli uomini di buona volontà che credono nella libertà e nella democrazia. Agire nella loro difesa è un impegno imprescindibile, lasciatoci in eredità dai protagonisti della Resistenza e dai padri della nostra Costituzione.