Salvaguardia della biodiversità, energia pulita, agricoltura e green economy: riparte da queste parole d’ordine e riemerge, mai accantonata, l’azione di Legambiente a tutela del Matese. Nel ripercorrere le vicende regionali in tema di aree protette, viene spontaneo fare alcune considerazioni. Gli anni ottanta videro il tema oggetto di un’attenzione forte da parte della politica regionale. Tutti i partiti dell’epoca, sia quelli alla guida della Regione che quelli di opposizione, affrontarono il tema, riprendendo studi precedenti ma anche attraverso un dibattito che si svolse a più livelli, dalle pagine di giornali e riviste ai banchi del Consiglio regionale. Ne sono testimonianza la proposta di istituzione del Parco del Matese del Partito comunista del 1985, il valido studio di fattibilità del Parco dell’Alto Molise, sempre del 1985, finanziato dall’Assessorato alla Programmazione, i quattro progetti di legge licenziati dalla Giunta regionale nel 1990.
È il caso di ricordare che all’epoca non era stata ancora approvata la legge quadro nazionale sulle aree protette, la n. 394/1991 e il Molise, dunque, avrebbe potuto essere all’avanguardia di un percorso che poi altri hanno imboccato con successo; oggi, pur nella unanime condivisione della utilità di un Parco, si pongono ancora interrogativi sul percorso da seguire o sulla forma da adottare, se parco regionale o nazionale.
Pasquale Raia, veterinario, responsabile aree protette di Legambiente Campania sottolinea come sia ormai giunto il momento di superare il regionalismo, specie per un sito come il Matese che costituisce un unicum dal punto di vista geomorfologico e che necessita urgentemente di una gestione unitaria specie sul fronte della protezione della fauna selvatica e aggiunge – le problematiche di gestione delle aree protette si intrecciano fortemente con la crisi dei Parchi regionali spesso istituiti sulla carta, ma privi di personale adeguato, di direttori e di strumenti operativi.
Si può anche individuare un momento in cui il progetto del parco è sembrato poter rientrare anche nella agenda politica regionale: è stato quando, a cavallo della fine del 2007, l’ipotesi di individuazione del sito di Colle Alto per lo stoccaggio delle oramai celebri “ecoballe” suscitò la legittima preoccupazione delle popolazioni e degli amministratori molisani a tutti i livelli, facendo emergere l’ulteriore valore aggiunto che l’istituzione di un parco avrebbe nel mettere territorio e cittadini al riparo da taluni rischi ambientali.
Successivamente la politica regionale, superata la paura del momento, assopitasi la rabbia popolare, è tornata a rivolgere le sue attenzioni su altri temi.
Di fatto, sul piano istituzionale, non si è registrato alcun progresso, anche se la regione si è dotata della legge regionale n. 23/2004, che istituiva la Consulta per le Aree protette, un organismo tecnico regionale con il compito di valutare e proporre il piano regionale delle aree protette.
L’insediamento della Consulta si è avuto solo nel dicembre 2007, a tre anni di distanza dall’emanazione della legge, e da allora non è stata più convocata!
Con la recente emergenza sociale sulle cosiddette “biomasse” termine generico e evocativo di tutti i mali possibili e immaginabili, si risveglia nuovamente la coscienza ambientalista e da più parti si invoca l’istituzione del Parco – ed ecco – dichiara la Presidente Legambiente Molise Mariassunta Libertucci – il dibattito locale sulle biomasse ci consente e ci impone di riprendere con forza il tema della valorizzazione dell’area matesina con l’intento di tenere il fronte di un’idea diversa di sviluppo e di favorire una consapevolezza ambientale basata su dati scientifici, per debellare la propensione all’allarmismo ingiustificato, per favorire la partecipazione degli operatori economici e dei cittadini, alla costruzione di una prospettiva seria di crescita economica.
“Verso gli Stati Generali del Matese”, campagna promossa da Legambiente Nazionale, da Legambiente Molise e da Legambiente Campania, in collaborazione con i Comuni matesini che hanno già deliberato a favore dell’istituzione del Parco Nazionale, prevede, durante tutto il mese di novembre, diversi appuntamenti con i gruppi sociali di riferimento, operatori economici, associazioni e cittadini, per provare a far crescere la consapevolezza che l’istituzione di un parco ripara dagli interventi scellerati (che spesso non sono affatto le centrali a biomassa o non sono solo le centrali a biomassa) e apre una prospettiva economica diversa e sostenibile.
“L’equivoco di fondo che caratterizza la vicenda del versante molisano del Matese – afferma Antonio Nicoletti responsabile nazionale Aree Protette – risiede nel fatto che non si è compreso a fondo che l’istituzione del Parco consente di concordare una governance del territorio, trasformando i vincoli già esistenti per essere il Matese un’area SIC, in valore aggiunto in termini di qualità ed economia sostenibile; oggi – continua Nicoletti – consegniamo a tutta la delegazione parlamentare molisana un emendamento alla legge di stabilità con il quale chiedere l’istituzione del Parco Nazionale del Matese non solo perchè il Matese molisano è la tessera mancante tra le aree protette dell’Appennino, ma soprattutto perchè il Parco è, per questo territorio, la fuga dalla marginalità.
Le attività che si dipaneranno per tutto in mese di novembre si incentrano sulla Festa dell’albero che il 21 novembre verrà celebrata in moltissimi comuni e in moltissime scuole; nel nostro cartellone tematico segnaliamo Santa Maria del Molise – comune che storicamente si è distinto per la valorizzazione dei beni ambientali e culturali – dove tra l’altro nascerà un nuovo circolo di Legambiente – e, per il versante campano Capriati al Volturno.
Quest’anno la Festa dell’albero si arricchisce di gesto in più che unirà da nord a sud le nostre iniziative in difesa del verde urbano, un gesto che parla al cuore di chi come noi ama la natura: abbracceremo un albero. Lo faremo dovunque e soprattutto nei territori dove il verde rischia di sparire sotto al cemento e il rischio idrogeologico è diventato una minaccia ad ogni pioggia. Abbracceremo un albero per accendere i riflettori sul patrimonio nazionale di biodiversità e per gratitudine verso i nostri amici che ci regalano aria pulita, ombra, frutti.
Due appuntamenti saranno dedicati a temi importanti: L’agricoltura di qualità e la gestione della Fauna” di cui discuteremo il 21 pomeriggio a Santa Maria del Molise con i giovani imprenditori agricoli che puntano all’innovazione e alla qualità, con le associazioni di categoria e quelle locali fisiologicamente coinvolte (ambientalisti, associazioni culturali ecc.) e naturalmente con tutti quei cittadini che vorranno partecipare alla costruzione di una rete consapevole e propositiva; il 28 novembre Legambiente Campania propone, a Piedimonte Matese, una riflessione aperta sulle prospettive del Parco e sarà l’occasione per ascoltare l’esperienza dei comuni campani che sono già all’interno del Parco regionale del Matese, ma che disegneranno anche una possibile prospettiva di miglioramento e di rilancio dell’area protetta; il 29 novembre a San Polo Matese – Comune annoverato fra quelli che il Parco lo hanno scelto con una delibera di Consiglio e non solo annunciato come una chimera – ci sarà un confronto a più voci e aperto a tutti, con le associazioni di categoria degli operatori turistici, degli artigiani e dei commercianti, su un interessante documento di Unioncamere che descrive e comunica cifre interessanti sull’economia dei Parchi e che ancora una volta vede il Sud come fanalino di coda.
Infine il 6 dicembre, data dell’anniversario della Legge quadro 394/91 sui parchi, ci riuniremo in plenaria, con tutti coloro che avranno contribuito a tracciare un percorso credibile per il futuro di sviluppo economico dell’area del Matese e presenteremo la carta di intenti per la costruzione del Parco, basata sui documenti elaborati con l’apporto di tutti.
Il 7 dicembre, infine, in una vera e propria festa, Santa Maria del Molise e Legambiente presenteranno il nuovo circolo legambientino e le attività che verranno messe in campo a partire dalla valorizzazione degli orti urbani (grande e bellissima esperienza di questo paese) per continuare con i campi di volontariato internazionale e la costituzione di un Centro di Educazione Ambientale, il cui tema centrale sarà l’acqua, ricchezza vera del Matese che va presidiata e preservata.
Legambiente e quei sindaci che sono in prima linea per l’istituzione del Parco presentano, dunque, il Matese come campo d’azione di un’alleanza ambientalista, per una politica comune sul tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici e della tutela della biodiversità, dei settori dell’allevamento e dell’agricoltura, della tutela dell’aria e dell’acqua contro il rischio di inquinamento, un Matese laboratorio di futuro e per il futuro.
Segnaliamo con soddisfazione, infine, ed è notizia certa, che la deputata molisana on. Laura Venittelli ha presentato l’emendamento alla legge di stabilità con il quale, se accolto, si istituisce il Parco Nazionale del Matese; ci auguriamo che l’intera delegazione parlamentare molisana e campana non faccia mancare il proprio appoggio per condurre in porto questo risultato.
Amedeo Chiantese