Il libro “I geni invisibili della democrazia”, scritto da Vincenzo Di Nuoscio ed edito da Mondadori Università, conquista la Francia. Prima il quotidiano Liberation, con una recensione a pagina 37 dell’edizione dello scorso 8 aprile ed ora il prestigioso Le Figaro, che dedica mezza pagina cinque all’opera dello studioso molisano, confermano il successo che il volume sta incontrando anche Oltralpe, dopo l’ottima accoglienza in Italia (dove ha ottenuto il primo premio assoluto al prestigioso concorso “Dosi” al Cnr).
“Non c’è da stupirsi che dall’Italia ci arrivi un libro che celebra l’umanesimo. Ma ciò che sorprende è l’argomentazione utilizzata dal suo autore per dimostrare quanto gli studi letterari in senso lato siano intimamente legati all’esperienza democratica – esordisce Charles Jaigu nel suo pezzo per Le Figaro, consigliando “questo libretto a tutti i docenti, presidi, studenti che si interrogano sull’utilità delle materie letterarie, o che cercano di precisare i motivi per cui, intuitivamente, ritengono non solo necessaria, ma vitale, la lettura di romanzi”.
Nella Francia, nazione particolarmente attenta all’indagine sociale, il testo di Di Nuoscio non poteva passare inosservato. È vero che il professore molisano, nato a Frosolone nel 1964, è di casa a Parigi da oltre due decenni, da quando a 34 anni ha vinto una borsa di studio del Cnr usufruendo di un soggiorno di studio di un anno alla Sorbonne, divenendone poi visiting professor dall’anno seguente e formandosi presso la scuola sociologica di Raymond Boudon. Tuttavia il libro, tradotto in francese dal filosofo liberale Philippe Nemo, è apparso come un fulmine a ciel sereno indicando con forza le radici della conoscenza e della democrazia e mobilitandosi contro l’homo technologicus, che pur nell’abbondanza del sapere contemporaneo, finisce per sacrificare proprio quei “geni invisibili” alla base della cultura umanistica, della libertà, della democrazia.
Come ricorda Charles Jaigu, “Di Nuoscio qui non concepisce la democrazia come un regime, ma come un ‘tipo di società che non è caratterizzata solo da libere elezioni, ma, essendo questa la condizione di ciò, dal rispetto della persona individuale, dalla libertà di pensiero e di espressione, e dall’economia di mercato”. Di Nuoscio cita Socrate: “La democrazia è un cavallo nobile, ma pigro che, per non degenerare, ha bisogno di una risorsa tanto preziosa quanto deperibile, lo spirito critico”.
Il recensore francese è entusiasta: “Non c’è medicina migliore per lo stato di irritazione in cui ci troviamo collettivamente che leggere un libro di questo tipo, che ci invita all’umiltà, alla pazienza e a diffidare del mito della perfezione. Il cittadino delle democrazie ‘è diventato un uomo lamentoso e litigioso, tentato di credere – soprattutto quando si verifica una crisi economica – che le imperfezioni della democrazia ne dimostrino il totale fallimento’. Se la conoscenza storica ci è così necessaria, ci ricorda l’autore, è perché siamo diventati incapaci di calibrare il presente alla luce del passato”.