Il Governo modifica le Province, ma per ora non le chiude

mazzuto1Pochi minuti prima della mezzanotte di ieri la Camera ha approvato il provvedimento che non elimina le province (per questo ci vorrebbe una riforma costituzionale), ma trasforma i consigli provinciali in assemblee di sindaci, i quali lavoreranno a titolo gratuito. Quindi l’ente continua ad esistere e a gestire servizi, appalti e specifiche competenze.L’unico risparmio ad oggi “consacrato”per i cittadini è la cancellazione dello stipendio di presidenti, assessori e consiglieri.
Vengono inoltre create 9 città metropolitane, a cui dovrebbero seguirne altre proprio per compensare la cancellazione egli Enti intermedi: Roma capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Teoricamente, appunto, la città metropolitana comprenderebbe l’intero territorio provinciale, ma viene provvisoriamente lasciata ai comuni la possibilità di uscirne e mantenere la Provincia esistente, se lo richiede un terzo dei comuni. E’ probabile che molti comuni approfitteranno di questa scappatoia, lasciando pressoché invariato lo scenario attuale, dal punto di vista strutturale.
Una cosa comunque è certa: Vengono annullate le future elezioni dei consigli provinciali in scadenza e quelli commissariati: in tutto 72 su 110.
Il disegno di legge deve ora passare all’esame del Senato. L’approvazione della Camera porta la sola firma dei partiti di maggioranza, Pd, Ncd, Scelta civica e Per l’Italia (cioè i fuoriusciti da Scelta civica). Lega Nord e Sel hanno votato contro. Non hanno partecipato al voto Forza Italia e Movimento 5 stelle che hanno fatto anche rumore in aula su questi ed altri temi, contro il Governo.
In particolare, le opposizioni si sono scatenate soprattutto sulla decisione della maggioranza di accelerare la procedura che poi ritengono un provvedimento inutile. A detta di alcuni di loro,  se veramente il Governo volesse abolire le province, col loro voto si sarebbe potuto modificare la Costituzione e cancellarle una volta per tutte. Cosa che si guardano bene dal fare.
Venendo al Molise, la provincia di Isernia, a scadenza il prossimo anno, appena il disegno sarà legge, vedrà l’uomo solo al comando Mazzuto, che potrebbe gestire autonomamente l’Ente per le procedura di adeguamento alla norma, più che chiusura dell’Ente.
Per ciò che riguarda quella di Campobasso, invece, ci sarà tempo fino al 2016 per dare conforto alla futura legge che ne prevede appunto la modifica in città metropolitana.
 
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