Dopo aver messo in ginocchio la Sanità, con la più che paventata chiusura di reparti, la criticità dei pronto soccorso e il venir meno della garanzia dei livelli essenziali di assistenza, il Governo Frattura ha inflitto un ulteriore colpo ai diritti dei cittadini molisani, con la decisone di accorpare il Servizio delle Politiche Sociali all’interno della Direzione Generale della Salute, istituendo il nuovo servizio di “Programmazione rete dei soggetti deboli, dell’integrazione sociosanitaria e delle politiche sociali”.
Scelta più che mai discutibile, con la quale la Giunta regionale, con un vero e proprio colpo di spugna, ha cancellato quattordici anni di impegno normativo della Regione Molise per completare quel percorso di riordino del sistema dei servizi socio-assistenziali avviato con la L.R. n. 1/2000 e portano a termine con la L.R. n. 13/2014; una norma che, seppur tra molte contraddizioni, ha recepito i principi e gli strumenti delineati dalla L. n. 328/2000 che a livello nazionale ha ridefinito il profilo e il contesto di attuazione delle Politiche Sociali.
Un percorso complesso e articolato che, seguendo anche le direttive nazionali, ha comportato una sempre maggiore importanza della dimensione locale delle politiche sociali e, in particolar modo, dei suoi rapporti con gli altri attori, secondo il fondamentale principio della sussidiarietà.
Perché adesso il Governo regionale ha deciso di intraprendere una nuova strada, tralasciando quanto di buono fatto negli ultimi anni, soprattutto dal punto di vista dei risultati raggiunti?
Abbiamo letto con attenzione la deliberazione n. 151 del 11 aprile 2016, più volte abbiamo visto ripetere i termini di burocratizzazione, razionalizzazione, efficienza, principi ragionieristici che non attengono al principio di umanizzazione degli interventi, che non tengono conto delle vere esigenze del persone, dei bisogni primari dei cittadini, della necessità di garantire servizi quanto mai più vicini a chi ne ha bisogno.
In un momento di profonda crisi come quello che sta vivendo la nostra società negli ultimi anni le politiche sociali hanno sempre rappresentato un fondamentale punto di riferimento per i soggetti svantaggiati, svolgendo un ruolo importante da interlocutore per tutti i soggetti operanti nel territorio, a partire dai tanti volontari, fino agli operatori, alle associazioni e alle strutture destinate, come le case di cura, i centri di accoglienza.
Ora invece assistiamo ad un depauperamento di quello che è il ruolo svolto nel corso degli ultimi anni dalle politiche sociali, inglobate in un organigramma come quello della Direzione generale della Salute che poco a che vedere con le attività di riferimento del servizio quali la programmazione di interventi socio-assistenziali a sostegno della persona e della famiglia, la promozione delle politiche attive e misure di sostegno in favore di anziani, disabili, immigrati, il contrasto della povertà, la programmazione, l’organizzazione, la promozione e il controllo del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali, la definizione degli standard di competenza regionale per le strutture residenziali e semiresidenziali socio-assistenziali, solo per citare alcune delle competenze principali.
Il rischio concreto di questa scelta adottata dalla Giunta regionale è quello di far venir meno risposte e, soprattutto, interventi importanti in settori di policy già fortemente sotto pressione sia a livello nazionale sia a livello regionale, a causa del profondo mutamento sociale e demografico del nostro territorio; nello specifico il riferimento è alle politiche di assistenza sociale, alle politiche per la non autosufficienza, alle politiche attive del lavoro e, infine, alle politiche per l’immigrazione.
Tutte queste considerazioni sono alla base della mozione che abbiamo presentato per impegnare il Presidente Frattura a revocare la delibera di Giunta regionale n. 151 del 11 aprile 2016, con la quale si è deciso di accorpare le politiche sociali alla Sanità, così da ristabilire lo status quo di un servizio fondamentale per il tessuto sociale della nostra regione. Questa la nota a firma dei consiglieri regionali di centrodestra.
Il Governo Frattura dopo aver messo in ginocchio la Sanità depaupera il lavoro svolto dal Servizio delle Politiche Sociali
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