Il suo ritratto di Johnny Depp, realizzato durante l’edizione del Festival del Cinema di
Venezia del 2003, viene scelto come immagine per la copertina del mese di settembre del
prestigioso Times Magazine.
Il “Mosaico” diviene ben presto la tecnica per ritrarre non solo volti, ma anche paesaggi,
architetture e città. Con equilibrio Galimberti alterna l’emozione per la composizione, in cui si fa più manifesta la ricerca del ritmo di cui i Mosaici ne sono un esempio, ad una
propensione verso il particolare, la scena intima da riprendere e immortalare la cui resa è
rappresentata da un unico scatto, ovvero dalla singola polaroid. I suoi lavori sul paesaggio, sulle città e sullo spazio che caratterizza queste ultime, alternano questi due punti di vista, queste due differenti modalità di raccontare una stessa realtà.
Tra il 1997 e il 1999 realizza due importanti lavori per le città di Parigi e Lisbona, da qui
comincia la riflessione sull’importanza di saper raccontare la storia, la musica, il vissuto di
un luogo attraverso le immagini.
Nel 2003 dedicherà il suo lavoro alla realizzazione del volume Viaggio in Italia, a cura di
Denis Curti, un racconto di alcuni luoghi del nostro paese attraverso le singole polaroid.
Nel 2006, durante il suo primo viaggio a New York, comincia la sua ricerca sulla luce,
sull’energia ispirata da questa nuova città che per l’artista diviene la rappresentazione
ideale del mondo contemporaneo. A questa città dedicherà un ulteriore lavoro del 2010
realizzando un’importante corpus di Polaroid Singole e di Mosaici, alternando storie di
particolari, immagini di intimità umane a scatti che si prestano allo studio, eseguito con
rigore matematico, delle diverse armonie compositive: espresse nelle imponenti immagini
dei grattacieli, del cielo, della luce, delle strade di New York.
A New York seguiranno i lavori monografici su altre città come Berlino, Venezia e Napoli.
Prosegue inoltre la sua ricerca verso altri modi di rappresentare e contaminare quelle
stesse realtà e gli elementi che le caratterizzano con cui viene in contatto. Il desiderio di
rendere attuale le cose, gli oggetti del passato diviene concreto attraverso la realizzazione dei ready-made, di duchampiana ispirazione, che rappresentano una significativa parte della sua produzione.
Parallelamente, cresce l’apprezzamento per la sua ricerca, per le particolari tecniche da lui sviluppate, suscitando l’interesse di interlocutori provenienti da diversi ambiti. Grazie a queste collaborazioni nascono nuovi progetti artistici e creativi.
Per conto della Società Calcio A.C. Milan, ha realizzato un lavoro di ritratti denominato Il
Milan del Centenario, presentato in una mostra al palazzo della Triennale di Milano nel
marzo del 2000.
Con Jaeger LeCoultre, ha realizzato le immagini del prestigioso volume della manifattura a cura di Franco Cologni.