Il fine giustifica i mezzi o no!!!

di Massimo Dalla Torre

Come volevasi dimostrare, quello che era nell’aria, si è verificato. ci riferiamo a quanto sta accadendo nei palazzi della politica dove lo scontro si è fatto ancora piu’ cruento, causa i continui disaccordi tra le parti che non fanno presagire nulla di buono per le sorti del paese ma soprattutto per gli italiani, sempre piu’ confusi, ma anche arrabbiati nei confronti di chi ha disatteso le promesse fatte in campagna elettorale che, a breve, almeno nel Molise, non è mai terminata, visto le amministrative ed europee del prossimo mese di giugno.

Una levata di scudi che crea ancora di più disorientamento in chi guarda all’istituzione che, si è completamente spersonalizzata, arrivando a toccare indici bassissimi. constatazioni dettate dalle dichiarazioni che giungono da chi dovrebbe rappresentarci e invece, rappresenta solo sé stesso e alcune volte neanche quello. rappresentanze mascherate da difensori della collettività che la dicono lunga di come la politica, usiamo la p minuscola per rispetto a quella maiuscola va a braccetto con l’incongruenza.

Rimbrotti, minacce di ritorsioni, possibili sgambetti che rendono l’ambiente incandescente, dove l’aria che si respira è piena di miasmi assolutamente irrespirabili ma soprattutto dannosi all’azione di governo che si vuole portare avanti. una situazione che ha quale filo conduttore il motto: “come ti fai il letto così, ci dormi” che fa pendant con le metamorfosi, non di Ovidio o Kafka, tant’e’ che, se si dovesse proseguire sulla strada della non chiarezza, portera’ allo sconvolgimento del modo di agire che non ha nessun nesso logico.

Situazione che potrebbe essere evitata solamente se si mettessero da parte i troppi “personalismi” che sono il vero nodo dei litigi e dei rinfacci. ecco perché nell’osservare la debacle cui nostro malgrado siamo testimoni ci è venuto nuovamente alla mente il pensiero di machiavelli maestro di arguzia e sagacia politica che, se vivesse ai giorni nostri, commenterebbe in questo modo: “la precarietà delle istituzioni trae origine dai continui sconvolgimenti delle situazioni che introducono una variabile di imprevedibilità. ecco perché la prima condizione per governare è quella di capire le situazioni che scaturiscono; cosa che non implica una visione deterministica, ma ciò che è obiettivamente dato indipendentemente dalla volontà e dal raggio d’azione qualunque esso sia”.

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