di Pietro Colagiovanni*
Daryl Wein è un giovane regista e sceneggiatore statunitense, esponente di quella potente corrente indie (indipendent, non legata alle grandi major cinematografiche) del cinema a stelle e strisce. White rabbit, la sua ultima opera, ha avuto ampi riconoscimenti ed è stato premiato al Sundance Film Festival, la più importante manifestazione riservata alle produzioni indipendenti. Ed il film, in effetti, ha tutte le caratteristiche necessarie per essere apprezzato, mescolando gli ingredienti tipici del politicamente corretto.
La protagonista è esponente di una minoranza (è di origini coreane), è omosessuale, svolge un’attività creativa (è un’artista, diciamo così ,di strada) e vive nella città tempio mondiale del politicamente corretto, Los Angeles. Il problema è uno solo ed è simile a quello che si presenta nel mondo della cucina e degli chef. Il fatto di avere a disposizione gli ingredienti giusti per realizzare un piatto non ci dà alcuna garanzia o previsione sul successo della preparazione. Tutto dipende dal cuoco, in questo caso il regista.
E purtroppo per Wein (ma anche, forse soprattutto, per gli spettatori) la riuscita non è delle migliori. Invece di America Oggi abbiamo un’opera sostanzialmente sconclusionata. La trama non regge ed è piena di buchi, i dialoghi sono verbosi e slegati, come dei singhiozzi, la descrizione delle passioni, incluse quelle sessuali, è scolastica, poco coinvolgente. Le attrici sono brave, ma il film non decolla, non coinvolge.
Anche la colonna sonora, molto presente, alla fine è di estrazione scolastica: new wave anni 80 rivisitata quaranta anni dopo. Tanto vale che faceva suonare il capolavoro assoluto della new wave americana (Marquee Moon dei Television), almeno sentivamo l’originale. Siccome però gli ingredienti scelti potevano essere quelli giusti (descrivere la società americana nel suo profondo, nella sua quotidianità complessa e difficile) non resta che tentare, in un nuovo film, di realizzare meglio la portata.
Voto 2,5/5
*imprenditore, comunicatore, fondatore del gruppo Terminus
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