Pietro Colagiovanni *
“Stump the guesser” (Stronca l’indovino in italiano) è un corto di 19 minuti del 2020 di una triade di registi canadesi, tutti di Winnipeg nel Manitoba di cui il più noto è sicuramente Guy Maddin. Maddin oltre che regista è sceneggiatore, produttore e autore di installazioni artistiche, nonché docente di cinematografia ed è uno dei nomi più conosciuti del cinema canadese.
Insieme a Maddin si affiancano i due giovani e talentuosi fratelli Johnson per realizzare un cortometraggio che è un omaggio e un saggio su una delle filmografie più apprezzate e seminali della storia del cinema: quella sovietica dei primi decenni del secolo scorso.
Stump the guesser, la storia di un indovino che lavora in una fiera e che a un certo punto non ne azzecca più una (in un mondo completamente surreale, assurdo, ironico certamente non realistico) è un muto realizzato in bianco e nero con 24 fotogrammi al minuto. Si tratta di una scelta estetica ben precisa. Le musiche, le espressioni dei volti, le folle contadine di khulaki sono un omaggio chiaro e sentito al cinema sovietico d’avanguardia degli anni 20 e 30 del XX secolo. Parliamo di Dziga Vertov, di Serghei Eisenstein, di Aleksandr Dovzhenko, tra i più grandi maestri di cinema di sempre.
E’un saggio sul cinema e sulla sua storia, molto ben fatto, che vuole riprodurre un estetica possente e identitaria, inconfondibile, Un corto molto apprezzato e premiato anche al Festival del cinema di Berlino. E’ un esercizio estetico ben riuscito che ovviamente può piacere solo da chi ama un certo tipo di produzione cinematografica.
Per capirci meglio da coloro che, a differenza di Fantozzi, non pensano che la Corazzata Potemkin sia una cagata pazzesca.
Voto 3,5/5
*imprenditore, giornalista, fondatore e amministratore del gruppo Terminus
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