Lettera in redazione
Egregio direttore,
Sto seguendo la triste vicenda delle carovane di uomini che, partiti da Nicaragua e Honduras, sono giunti in Messico, al confine tra quest’ultimo e gli USA. Il fatto mi ha indotto a pensare ad un Paese al quale il Molise è legato e che se la passa anche peggio dei due Stati menzionati poc’anzi: il Venezuela. Credo che non pochi di noi conoscano persone che sono emigrate nel Paese attualmente governato da Maduro o abbiano parenti ormai residenti da quelle parti. Si sta timidamente parlando dell’ipotesi di un loro ritorno in Molise ma, come sovente accade nella nostra regione, tutto avviene in maniera frammentaria, confusa e poco convinta. Pensiamoci bene: oltre ad essere un tributo dovuto ai nostri corregionali, questo ritorno costituirebbe un modo per ripopolare paesini i cui abitanti si contano sul palmo di una mano, attuando saggi programmi di reinserimento attraverso affitti o acquisti calmierati di beni immobili, sfruttamento dei nostri terreni, interscambi con l’America Latina, possibilità, per i nostri giovani, di imparare la seconda lingua più parlata al mondo: lo spagnolo.
Anziché pensare ad improbabili legami con la nostra regione scomodando attori hollywoodiani e tendenze dei loro parenti per organizzare sfilate sui cui numeri dell’estate scorsa si è fantasticato al punto da mettere in discussione i numeri scientificamente calcolati dalle forze dell’ordine, pensiamo al concreto e facciamo di tutto per richiamare i molisani dal Venezuela. Che la nostra terra, un tempo ingenerosa nei loro confronti, gli restituisca ciò che a suo tempo non è stata in grado di dargli.
Cordiali saluti
Incoronata De Lellis