Contributi importanti quelli che i ricercatori dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli stanno portando all’ottavo Congresso Internazionale sui Recettori Metabotropici del Glutammato, in svolgimento a Taormina in questi giorni.
La ricerca Neuromed al meeting
Nel campo dei recettori mGlu, i ricercatori Neuromed hanno un ruolo di primo piano, a livello italiano ed internazionale, ed anche a Taormina la loro parte è di rilievo. Valeria Bruno, Richard Ngomba e Giuseppe Battaglia, del Laboratorio di Neurofarmacologia del Neuromed, sono stati chiamati a moderare importanti sessioni del congresso.Esordio sul podio, invece, per due giovani ricercatori dell’Istituto di Pozzilli: Serena Notartomaso, 31 anni di Isernia, e Francesco Fazio 34 anni, siciliano.Il lavoro presentato dalla prima ha riguardato l’interazione tra due tipi di recettori mGlu, l’1 ed il 5, nell’ambito dello sviluppo del sistema nervoso e delle patologie cerebellari.Fazio ha invece esposto i suoi studi condotti sull’acido xanturenico, una molecola che deriva dal metabolismo dell’aminoacido triptofano. Questa molecola, capace di interagire con alcuni tipi di recettori mGlu, si sta rivelando molto interessante per diverse patologie, tra le quali quelle psichiatriche.
Ma i giovani sono stati protagonisti anche della sessione “poster” di martedì sera, nella quale sono stati presentati diversi lavori:La stessa Notartomaso ha esposto i risultati di uno studio sul ruolo della N-acetilcisteina (che rinforza l’attivazione dei recettori mGlu 2 e 3) nel dolore cronico.
Il poster di Marta Motolese ha riguardato la vulnerabilità dei neuroni al danno provocato dall’ischemia, ed il relativo ruolo di protezione giocato dal recettore mGlu 2
Valerio D’Amore ha presentato i dati del suo studio sull’azione che molecole capaci di potenziare l’azione del recettore mGlu 2 hanno sulle assenze epilettiche.Milena Cannella ha concentrato la sua attenzione sui cambiamenti che avvengono a livello di recettori mGlu in un modello sperimentale di Parkinson.Ma ricerca significa anche muoversi nel mondo. Ecco così che nella sessione poster si incontra anche Gemma Molinaro, una giovane ricercatrice che ha trascorso dieci anni al Neuromed prima di giungere al Dipartimento di Neuroscienze della University of Texas Southwestern, Medical Center, Dallas.
Il Meeting
Da domenica i migliori ricercatori del mondo nel campo della neurobiologia si stanno confrontando su quello che rappresenta uno degli aspetti più innovativi della ricerca in questo campo. I recettori metabotropici per il glutammato (mGluR), molecole presenti sulla superficie delle cellule nervose, sono infatti elementi cruciali nella trasmissione di segnali. Alterazioni nella loro funzionalità sono alla base di numerose patologie neurologiche e psichiatriche, per alcune delle quali oggi non esistono ancora cure efficaci. Per questo motivo gli mGluR rappresentano bersagli ideali verso i quali indirizzare nuove strategie di ricerca e terapie fortemente innovative.
A dominare i primi tre giorni di congresso, Patrocinato dall’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) e organizzato dal Professor Ferdinando Nicoletti, responsabile del Laboratorio di Neurofarmacologia del Neuromed e Professore Ordinario di Farmacologia dell’Università La Sapienza di Roma sono state le ricerche sulla struttura e sul funzionamento di queste molecole, due elementi fondamentali per la comprensione delle alterazioni alle quali possono andare incontro e per il disegno di nuovi farmaci. I diversi interventi, tra i quali quello di Roger Nicoll, uno dei più autorevoli ricercatori in campo internazionale nel campo delle neuroscienze, hanno spaziato dalle basi genetiche dei recettori ai complessi meccanismi biochimici che regolano la loro funzione.
Una parte importante del programma, inoltre, è stata dedicata al ruolo degli mGluR nel regolare la cosiddetta plasticità sinaptica, il processo attraverso il quale il sistema nervoso reagisce alle esperienze, fissa i ricordi, apprende cose nuove. Sono meccanismi cruciali, sia nelle prime fasi dello sviluppo che nella vita adulta. Durante lo sviluppo, infatti, i neuroni ancora immaturi formano connessioni (le cosiddette sinapsi) non solo rivolte ai loro neuroni-bersaglio finali, ma anche verso altre cellule nervose. Un circuito non ancora ben definito, che viene poi regolato attraverso l’eliminazione delle connessioni non necessarie ed il rafforzamento di quelle funzionalmente importanti. E ‘stato poi dimostrato che le varie forme di plasticità sinaptica esistono anche nel cervello adulto, e si ritiene che siano processi fondamentali di apprendimento e memoria.
“Facciamo l’esempio di due patologie molto conosciute – dice Masanobu Kano, dell’Università di Tokio, uno dei più importanti neuroscienziati giapponesi – la schizofrenia e l’autismo. Si ritiene che in entrambe l’eliminazione delle connessioni durante lo sviluppo giochi un ruolo cruciale. Nella schizofrenia ci troveremmo di fronte ad una eliminazione eccessiva, mentre nell’autismo avviene il contrario: l’eliminazione delle connessioni sinaptiche non necessarie rimarrebbe incompleta”.
E le dinamiche di rimodellamento delle connessioni nervose giocano, secondo gli interventi presentati al congresso, un ruolo importante anche nel caso delle dipendenze da droghe o alcol. “Nel caso delle dipendenze – ha commentato Robert Malenka Professore di Psichiatria e Scienze del comportamento della Stanford University, negli USA – abbiamo una situazione particolare: è relativamente facile, con le strutture ed i trattamenti adeguati – aiutare una persona a smettere di assumere sostanze. Il vero problema è la ricaduta. La memoria dei “cue” (gli stimoli capaci di evocare le precedenti esperienze con la droga) è molto potente, e per questo è necessario capire i meccanismi che la regolano. La direzione delle ricerche in questo campo mira a comprendere come si formano i circuiti di questa memoria, e come possiamo intervenire, sia farmacologicamente che con la psicoterapia”.
La giornata di oggi si è aperta con una sessione specificamente dedicata al ruolo dei Recettori metabotropici per il glutammato nei disturbi di depressione e di ansia. E’ l’occasione per valutare lo stato delle ricerche non solo da un punto di vista dei meccanismi alla base di queste patologie, ma soprattutto per esaminare le prospettive terapeutiche legate a farmaci capaci di intervenire sugli mGluR. Ancora prospettive di cura per la sessione successiva, interamente dedicata alla terapia del dolore, mentre nel pomeriggio viene affrontato specificamente il tema dello sviluppo di nuovi farmaci. Dalla scoperta di nuove molecole capaci di agire sui recettori mGlu alla valutazione dei progressi compiuti su quelle già note, la discussione rappresenta l’occasione per fare il punto sulle terapie innovative che in un futuro non lontano potranno comparire nell’arsenale della medicina.
La continuazione dei lavori del congresso, che chiuderà venerdì, avrà un taglio ulteriormente rivolto alle patologie ed alle prospettive di cura, con sessioni dedicate alla schizofrenia, all’autismo, all’ischemia cerebrale ed alla malattia di Parkinson.