Due ricercatrici dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) sono state protagoniste della sessione “Percorsi terapeutici-assistenziali nelle patologie oncologiche”, nell’ambito del Congresso congiuntodelle Società Scientifiche di Patologia Clinica e Medicina di Laboratorio(SIPMeL) e di Patologia e Medicina Traslazionale(SIPMeT), che si è tenuto a Montesilvano (PE).
In dettaglio, la sessione dedicata ai Percorsi diagnostici terapeutici e assistenziali (PDTA), moderata dal dottor Edoardo Romoli, Direttore Sanitario del Neuromed, ha visto la dottoressa Antonella Arcella, del Laboratorio di Neuropatologia Molecolare, esporre le caratteristiche dei nuovi marcatori molecolari dei gliomi, tumori cerebrali altamente maligni. L’analisi molecolare dei tumori cerebrali e l’individuazione di nuovi marcatori come IDH1 permette di stratificare prognosticamente pazienti con neoplasie istologicamente simili. L’inserimento di questo tipo di studi nei nuovi protocolli classificativi dei gliomi apre nuove prospettive diagnostiche e aiuta a predire l’evoluzione clinica dei differenti gliomi dando basi razionali alle scelte terapeutiche. Nello stesso contesto sono stati presentati dati relativi ad uno studio effettuato su 105 pazienti Neuromed che rivela una stretta correlazione tra metilazione del gene MGMT – mutazione di IDH1 e sopravvivenza.
Nella stessa sessione, la dottoressa Marie-Lise Jaffrain-Rea, responsabile del Servizio di Neuroendocrinologia di Neuromed e professore aggregato dell’Università di L’Aquila, ha invece trattato le sindromi paraneoplastiche endocrine. Si tratta di un insieme di segni clinici e biologici, legati alla produzione di molecole di tipo ormonale o simile da parte di un tumore. Infatti, oltre alle loro caratteristiche di benignità o malignità, alcune neoplasie provocano delle sindromi endocrine o metaboliche che si possono manifestare precocemente o durante l’evoluzione della malattia. Anche se regrediscono con la cura del tumore, le sindromi paraneoplastiche rappresentano un’importante causa di morbilità e talvolta di mortalità nei pazienti affetti. La loro corretta identificazione è quindi essenziale e la loro comprensione può contribuire a migliorare il trattamento dei pazienti, e con esso sia la loro qualità di vita che la loro prognosi.
“Le due relazioni – è il commento del dottor Romoli – si sono perfettamente collocate nell’ambito di un congresso organizzato congiuntamente dalle società scientifiche SIPMeL e SIPMeT sui temi della medicina personalizzata, medicina traslazionale e medicina di laboratorio. Un evento di altissimo livello e con una rilevantissima partecipazione di ricercatori e patologi clinici in un contesto modernamente multidisciplinare”.