Il Com.te Provinciale dei carabinieri Col. Gaeta ha incontrato la stampa per fare un resoconto dell’attività svolta durante l’anno 2018.
L’andamento della delittuosità riscontrato in provincia di Campobasso nel corso del 2018 delinea un territorio che non soffre problematiche particolarmente allarmanti, i delitti consumati generalmente s’inseriscono in un contesto di criminalità comune.
L’attività preventiva svolta dai reparti dell’Arma dislocati sul territorio è stata incrementata del 10% circa, rispetto all’anno precedente, consentendo l’incremento di circa 5.000 soggetti controllati e di realizzare apprezzabili risultati nel contrasto ai reati maggiormente perpetrati, quelli predatori (furti e rapine) in calo del 10%, commessi soprattutto nella fascia costiera e nel capoluogo con il suo hinterland, prevalentemente da pendolari del crimine provenienti dalle regioni limitrofe ed in particolare dalla provincia di Foggia.
Tali reati incidono maggiormente sulle condizioni della sicurezza pubblica percepita dalla collettività, intaccando direttamente la privacy e la sfera patrimoniale, in particolare nei piccoli centri urbani che caratterizzano il territorio, creando allarme sociale soprattutto quando perpetrati all’interno delle abitazioni, in orario notturno ed in presenza delle persone dimoranti. Il picco del fenomeno viene raggiunto in corrispondenza della stagione estiva e dei periodi di festività, come il recente periodo natalizio durante il quale, grazie all’incremento di specifici servizi preventivi, si è potuto registrare una sensibile diminuzione di tali reati.
Grande attenzione è stata posta particolarmente anche nell’attività di prevenzione e contrasto in materia di stupefacenti, che ha evidenziato come il fenomeno, benché arginato dalle incisive e mirate attività preventive e repressive, costantemente svolte dai reparti dipendenti, ha mostrato tuttavia segnali di radicamento, imponendo l’incremento dei controlli su tutte le vie di comunicazione con le regioni confinanti.
L’analisi della fenomenologia delittuosa e le attività investigative effettuate nel tempo evidenziano il coinvolgimento di soggetti di ogni fascia di età e condizione sociale, con l’abbassamento dell’età media non solo degli assuntori di droghe (anche di quelle c.d. pesanti), ma soprattutto delle persone coinvolte attivamente nella commissione dei reati, oltre alla presenza sul territorio di molteplici tipologie di sostanze illecite. Nell’anno trascorso, in particolare, determinanti sono state due attività investigative, denominate: “OPERAZIONE LUNGOMARE” e “PACCO FREE”, che hanno consentito la disarticolazione di consorterie criminali dedite al traffico di sostanze stupefacenti tra il Molise la Puglia e l’Albania.
Ulteriore importante attività preventiva è stata svolta presso gli istituti scolastici attraverso apposite conferenze volte a sensibilizzare i giovani in merito ai danni provocati dall’uso di sostanze stupefacenti e dall’abuso di sostanze alcoliche.
Le truffe, sia commesse “tradizionalmente” che “on line”, registrano un calo del 30% circa. Quelle che destano particolare allarme sono commesse in danno di anziani, da personaggi e soggetti senza scrupoli, truffatori seriali, di bella presenza, abili affabulatori, che, spacciandosi per funzionari di enti pubblici, quali INPS, AGENZIA DELLE ENTRATE, ASREM etc., di aziende erogatrici servizi, quali ENEL, TELECOM, etc., oppure per appartenenti alle FF.PP. o avvocati, inducono le vittime a farsi consegnare il denaro adducendo inesistenti motivazioni come contenziosi con l’erario, fatture insolute o contravvenzioni da pagare.
Anche in questo caso l’Arma si è fatta promotrice di alcune iniziative divulgative per la diffusione della cultura della prevenzione contro le truffe ai danni dei soggetti più deboli, promosse in varie realtà sociali (Enti locali, istituzioni ecclesiastiche, realtà associazionistiche, ecc.) ed attraverso la pubblicizzazione di opportuni consigli di comportamento.
Per quanto concerne il fenomeno delle estorsioni, si registra una contenuta incidenza e la generale assenza di collegamenti con la criminalità organizzata e di un “racket” radicato.
La problematica, tuttavia, non desta particolare preoccupazione atteso che, rispetto al 2017, gli autori degli episodi perpetrati sono stati tutti identificati ed assicurati alla giustizia.