Non cadrò nella ‘trappola’ della stancante discussione se il Molise esista o meno; ma una riflessione su quello che sta succedendo nella nostra regione appare opportuna. Abituati a sentire il tormentone sul Molise isola felice (addirittura negli anni Novanta buona parte della politica coniò lo slogan: “Molise Nord del Sud”), in tanti sembrano adesso vivere momenti di sbandamento, vista la sequela di notizie brutte, a tratti terrificanti, riguardanti la nostra regione. Così, come improvvisamente caduti dal pero hanno appreso che la romantica “piccola Svizzera” detiene il record nazionale dell’abusivismo edilizio, è nella parte alta della classifica per i reati di usura, violenza domestica e segna dati allarmanti anche per quella sessuale. Prima di questa, una serie di statistiche economiche avevano dato un quadro egualmente disastroso. Dal Paradiso all’Inferno in un batter d’ali! Naturalmente non è così e il degrado della regione, che solo chi non vuol vedere può negare, è progressivo, dura da anni, seguendo una striscia che sembra, purtroppo, essere inarrestabile.
Non per gettare benzina sul fuoco, ma per guardare con obiettività il problema, si può considerare che in regione il sistema dei trasporti è all’anno zero, anzi regredisce; la disoccupazione è alta, le aziende boccheggiano e l’economia in generale è al tracollo. Restano in piedi, anzi proliferano, i guasti legati ad una politica arretrata, che non sa e non vuole programmare il futuro della popolazione, ma per rimanere ugualmente in piedi ed autoalimentarsi fa perno sugli accordi sottobanco, le conventicole, i cambi di casacca, a volte ben remunerati ma spesso anche per un piatto di lenticchie.
A corredo di ciò aumenta lo stato di ansia per intere generazioni, che vedono il buio all’orizzonte e considerano nulla la possibilità di rimanere nella terra d’origine. In questo contesto la ‘molisanità’ sbandierata nei convegni pubblici e l’orgoglio d’appartenenza a questa terra sanno di vecchio, anzi non hanno alcun senso. Non è l’Italietta, ma il ‘Molisetto’, che non si fa mancare certo le negatività ed in questo è in buona compagnia.
Un vecchio campione dello sport era solito dire: “Gli è tutto sbagliato, tutto da rifare!”; ma il tempo e la voglia sono in esaurimento e per ripartire servono entrambi.
Stefano Manocchio