I comitati regionali di Abruzzo e Molise pongono l’attenzione sulla tutela dell’orso bruno marsicano e sulla partecipazione dei territori, senza tralasciare l’importanza dell’idroelettrico nella transizione energetica.
Legambiente Molise e Legambiente Abruzzo intervengono in merito al progetto di ampliamento della centrale di Pizzone, il cosiddetto progetto di Enel denominato “Pizzone II”. Le due sezioni regionali dell’associazione ambientalista, dopo essersi prese il tempo necessario ad analizzare gli elaborati progettuali, per voce dei presidenti regionali Andrea De Marco e Giuseppe Di Marco, affermano di essere convinti che l’idroelettrico ed i sistemi di pompaggio come fonte di accumulo per l’energia elettrica rappresentino una soluzione importante e fondamentale per decarbonizzare e mettere in sicurezza il sistema energetico italiano, e finalmente sostituire quello che, in parte, attualmente viene fatto per mezzo delle turbogas, utilizzate attraverso la combustione del gas fossile per bilanciare la rete. Una soluzione non più idonea ad affrontare l’emergenza climatica sempre più pressante nei nostri territori – 23 gli eventi climatici estremi che negli ultimi 13 anni hanno colpito l’Abruzzo (media 1,7 l’anno), 6 quelli avvenuti in Molise (media di uno ogni due anni) – ma neanche utile ad affrontare le sfide attuali come la crisi energetica, la dipendenza dalle fossili e da accordi internazionali e i costi energetici.
Impianti come questi, fatti bene, nel nostro Paese, insieme agli accumuli elettrochimici avranno e devono avere un ruolo fondamentale nella transizione energetica e nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. Studiandoli e progettandoli ben integrati nei territori.
Per tutte queste ragioni non possiamo essere contrari a prescindere a questo progetto, ma siamo altresì convinti che sia necessario lavorare insieme al proponente per verificare e correggere se possibile alcune criticità che presenta.
La più importante, è quella che riguarda la tutela e la salvaguardia degli habitat presenti all’interno del versante molisano del PNALM, che oltre ad essere Parco, fa parte della rete Natura 2000 ed è una Important Bird Area (IBA). L’area di Pizzone è un territorio in cui la presenza dell’orso bruno marsicano è diventata oramai stabile, e l’intera alta valle del Volturno potrebbe essere il luogo in grado di permettere l’ampliamento dell’areale del plantigrado verso il futuro Parco Nazionale del Matese. Come previsto dall’ISPRA che nell’ipotesi di perimetrazione di quest’ultimo ha previsto la realizzazione di un corridoio di collegamento tra le due aree protette proprio nella valle del Volturno. È un dato inequivocabile che le aree naturali favoriscano lo spostamento della fauna selvatica, come dimostra la presenza dell’orso negli scorsi giorni nel territorio di Capracotta. La realizzazione di questo progetto porterebbe nella zona individuata una grossa mole di sollecitazioni rumorose, oltre che emissioni di polveri e di inquinanti da motori a combustione impegnati come dichiarato tra altro da Enel nello studio di impatto ambientale, che renderebbero quasi impossibile la permanenza dell’orso nell’area, e di conseguenza vanificherebbe l’idea del corridoio tra i due parchi nazionali.
Sebbene nel progetto sia specificato che nei casi di accertata presenza di orsi nelle aree di cantiere verrebbe riorganizzato il cronoprogramma dei lavori in base alla stagione degli accoppiamenti della specie e al periodo di allattamento questo rischia di non essere sufficiente per la salvaguardia del plantigrado.
Per tutte queste ragioni, Legambiente sottolinea l’importanza della partecipazione attiva e del coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali dei territori, non solo nella ricerca delle strategie da attuare per il raggiungimento degli obiettivi climatici, ma anche nella realizzazione e individuazione dei siti dove gli impianti andranno collocati. Nella scelta delle compensazioni e nella loro valorizzazione. Anche il miglior progetto, se calato dall’alto, rischia, infatti, di non vedere la luce. Purtroppo, in questo caso, non possiamo dire che sia stata garantita una partecipazione attiva preliminare, ma neanche la possibilità di presentare le opportune osservazioni, visto che la presentazione del progetto e la scadenza per le osservazioni sono ricadute proprio in un periodo dell’anno non molto favorevole, essendo perlopiù corrispondente alle tradizionali ferie estive. Chiediamo, per questo, come già fatto dal Sindaco di Castel San Vincenzo, la riapertura dei termini per la presentazione delle osservazioni e un coinvolgimento di tutti i portatori di interesse da parte di Enel, non solo per meglio conoscere il progetto ma anche per lavorare e superare insieme le criticità.