Un libro scritto da una donna che vuole essere una fonte di suggerimenti per le ragazze nate negli anni Ottanta e Novanta attraverso le testimonianze rese da donne in carriera, con ruoli di comando nelle aziende, in politica, nella finanza. “Il Potere delle donne” di Maria Latella, edito dalla Feltrinelli, è stato presentato dalla stessa scrittrice, oltre che giornalista, nella sede della Camera di Commercio a Campobasso. “Quel potere indicato nel titolo – sottolinea Latella – vuole rappresentare l’energia, la capacità delle donne di ricaricarsi, destreggiandosi tra lavoro e famiglia, solitudine e sensi di colpa. Ho dedicato questo libro a mia figlia, nella convinzione che ogni giovane donna, nell’approccio col mondo del lavoro, abbia bisogno di guardare ed, eventualmente, copiare dei modelli. Io un modello non l’ho avuto, perchè mia madre, insegnante, donna di carattere, mi ha cresciuto sotto il dictat ‘gli uomini passano, il lavoro resta’, ma poi non vedeva di buon occhio molte delle mie scelte, nè il mio futuro da giornalista. Invece – prosegue Maria Latella – tutte le donne che ho intervistato mi hanno trasmesso dei trucchi per vivere meglio. E parlo di Annamaria Tarantola, attuale presidente Rai, con un vissuto in Banca d’Italia, dove ha avuto esempi di grande autorevolezza; di Roberta Pinotti, ora ministro della Difesa; di Luisa Todini, presidente di Poste italiane; di Barbara Berlusconi, dirigente d’azienda e amministratore delegato del Milan; di Frida Giannini, direttore creativo della Gucci; di Elisabetta Magistretti, manager in Pirelli; di Paola Severino, avvocato di spicco ed ex ministro della Giustizia nel Governo Letta; e tante altre. Il filo rosso che accompagna un po’ tutte le donne che si sono raccontate è la determinazione nel voler diventare importanti. Un’idea che in molte di loro si è affacciata già all’età di 12 anni. E comunque – prosegue la giornalista, rivolgendosi ad una platea di sole donne – si arriva credendoci, camminando con le proprie gambe, e non facendo sgambetti ad altre donne o usando scorciatoie poco edificanti che lasciano il tempo che trovano. La mia carriera è iniziata partecipando ad un concorso bandito dalla Federstampa per 70 borse di studio. L ‘ho superato senza raccomandazioni. Ed oggi ci sono due cose di cui mi pento. La prima è quella di aver scelto la facoltà di Giurisprudenza, sobbarcandomi lo studio di pagine e pagine di procedure di cui non mi importava assolutamente niente, nella convinzione che se avessi scelto Storia, Lettere o Filosofia, materie a me più confacenti, avrei conseguito una laurea troppo al femminile. E la seconda – conclude Maria Latella – è quella di aver intrapreso il mio lavoro con il piglio da ‘uoma’, perchè percepivo che per assumere ruoli di prima fascia dovevo mettere da parte la mia femminilità. Per questo, con la nomina a direttore di “Anna” mi sembrava di essere stata declassata in serie B. Da qui l’impegno per stravolgere l’impostazione del giornale. Invece in quella redazione ho scoperto l’importanza della solidarietà fra donne, poichè in precedenza, avevo vissuto l’esperienza di colleghi maschi che non disdegnavamo di calpestarmi”.
Oggi Maria Latella è una donna solare, sicura di sé, consapevole di essere un’apprezzata professionista che vede un futuro molto rosa. Non sarà anche troppo ottimista?
Rossella Salvatorelli
I trucchi per vivere meglio il ruolo di donna attraverso le storie raccontate da Maria Latella
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