Secondo un rapporto supervisionato dall’ONU, i rifiuti elettrici ed elettronici generati ogni anno in tutto il mondo dovrebbero aumentare del 33% entro il 2017, per raggiungere ogni anno l’altezza di una montagna pesante 65,4 milioni tonnellate – quasi 200 volte l’Empire State Building.Per rendere l’idea, entro il 2017, in un anno, tutti i frigoriferi, televisori, telefoni cellulari, computer, schermi, giocattoli elettronici e tutti gli altri prodotti alla fine della vita, con una batteria o un cavo, se messi in fila corrisponderebbero a 40 milioni camion ossia la lunghezza di tre quarti dell’equatore.Come detto l’equivalente del peso di quasi 200 Empire State Building o 11 volte la grande piramide di Giza, secondo quanto affermato dall’iniziativa per risolvere il problema dei rifiuti (“Risolvere il problema dei rifiuti elettronici”), un consorzio di organizzazioni dell’ONU, produttori, governi, ONG e scienziati.
Nel 2012, secondo una mappatura mondiale, circa 48,9 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici (DEE) erano presenti in tutto il mondo, per un totale procapite 8.89 per ogni uomo.Tra i principali paesi, gli Stati Uniti sono il più grande generatore di DEE pro capite, con 29,8 kg. L’Unione europea si attesta su una media 19,2.Il Qatar ha l’impatto più grande del mondo, con 63 chilogrammi pro capite. Un indiano genera in media 2,25 chili di DEE, un brasiliano 7.1 e un cinese 5.4 chili.Cifre impressionanti che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dovrebbero far riflettere sullo stato di preparazione dei singoli paesi ad impatti ambientali così devastanti. Non ci pare, in particolare, che in Italia si sia avviato un dibattito serio per affrontare un problema che diventa sempre più grande giorno dopo giorno se si pensa che anche gli italiani sono grandi fruitori e “consumatori” di apparecchiature elettroniche di ogni tipo.