“Ci sentiamo profondamente offesi dalle dichiarazioni del segretario del PD Danilo Leva. Quello che lui maldestramente definisce ‘un’accozzaglia di persone legate da banali ambizioni di potere’ , è un gruppo che nella stragrande maggioranza è composto da decine di persone normali, senza cariche o ambizioni politiche, o ancora militanti, tifosi e amministratori che da decenni militano nel centrosinistra e lavorano per il territorio. Il segretario Leva, anziché accettare la sconfitta e farci gli auguri per il nuovo corso e per un PD migliore, con nostro rammarico e stupore definisce il Partito Democratico un non-partito, e si arrocca dietro atteggiamento pretestuosi.
Il punto che gli sfugge o, peggio, di cui nega l’esistenza con forzata ma goffa miopia, è uno solo: votando Renzi la popolazione ha votato la speranza”. Questo il senso delle dichiarazioni di decine di elettori molisani di Matteo Renzi che di seguito riportiamo.
“La vittoria a valanga di Matteo Renzi – spiega il giovane Antonio Tomassone – è una benedizione per il Pd. Il Pd otto mesi fa era liquefatto. Il governo Letta l’ha tenuto in vita con l’ossigeno e Renzi ora può risollevarlo”. Del resto, Renzi non è né post socialista né post comunista, non è post di nulla. “E’ l’incarnazione di una nuova generazione. Questo è il significato del voto anche in Molise, dove i numeri sono schiaccianti. Il 62%, che sarebbe stato almeno il 72% se avessero concesso l’apertura dei 10 seggi negati”.
“Tuttavia – affermano i militanti – l’analisi più profonda delle dichiarazioni dei dirigenti che hanno votato Cuperlo, a partire da Leva, deve far riflettere perché non si tratta di dichiarazioni scomposte senza logica di fondo. Il tentativo è identificare la parte di Cuperlo in regione come quella ‘pura’ e senza contaminazioni. Quella autenticamente di sinistra. Non è così e dobbiamo controbattere con i fatti. L’onda enorme di consensi che ha investito Renzi e il gruppo dirigente locale che lo ha sostenuto è autenticamente nel campo del centrosinistra. Il più vecchio votante era un iscritto al PCI di 97 anni. Ha votato a Larino – aggiungono – ed è andato a votare, come lui stesso a dichiarato, solo perché c’era Renzi. Il tentativo di citare singoli episodi di esponenti di centrodestra che si sono recati ai seggi, è strumentalmente utilizzato per negare la realtà dei fatti: cioè base e dirigenti che hanno scelto semplicemente la voglia di voltare pagina”.
Mentre va sottolineato che gli eletti all’Assemblea nazionale hanno ripetutamente fatto gli “auguri a Cuperlo, Civati, e a coloro che li hanno votati alle Primarie”, evidenziando il “‘conservatorismo’ dei dirigenti”, gli elettori continuano: “A Leva sfugge anche un altro aspetto: non esiste il voto determinante di qualcuno per aiutare il risultato, ma esiste qualcosa di più realistico, profondo, vitale: cioè una stragrande maggioranza di molisani e italiani che sono andati a votare Renzi per darsi un futuro. Ci hanno chiesto di cambiare il nostro gruppo dirigente e di far correre il Paese. Se nelle piazze italiane sta esplodendo la rabbia di tante categorie sociali, è proprio perché gli italiani sono stanchi e avviliti da questa classe dirigente, e chiede di cambiarla”.
Sostiene Fernando Stefanelli: “Oltre a offenderci, la lettura delle dichiarazioni farneticanti post-voto del segretario Leva ci convincono ancora di più di aver scelto il percorso giusto. Ancora una volta, il segretario non coglie gli umori della base, confermando che chi ‘vive’ nel Palazzo non sente e non respira quello che pensano la base del partito, i militanti, i simpatizzanti, le persone semplici che hanno riempito le file ai gazebo delle Primarie per chiederci con determinazione e speranza un nuovo PD. Se non si prende atto di questo, significa che non si può più rappresentare il partito. Io ho dato la vita per questo partito – spiega Stefanelli – e non ho mai preso niente, lavorando senza ambizioni personali; ora ho chiesto con questo voto che si muovesse qualcosa. Che il partito ingabbiato e distante ricominci a discutere. E poi Leva ci spieghi come fa a invocare l’inquinamento delle primarie, proprio lui che ha sostenuto che non si sarebbe dovuta aprire la sede di un seggio ‘neutro’ a Venafro, ‘costringendo’ tutti a votare a casa di Massimiliano Scarabeo, schierato con Cuperlo. Siamo alla contraffazione della realtà! Ora ricominciamo a vederci con i compagni di sempre e i nuovi amici. Giovani e meno”.
Evidenzia Angelo Cirelli: “Leva e Ruta hanno utilizzato il PD a loro piacimento, solo per i loro scopi, per eleggersi uno alla Camera e uno al Senato. Non c’era discussione: Leva tutelava solo la parte che gli garantiva l’elezione alla Camera. Se noi siamo accozzaglia, lui è il burattino e Ruta è il burattinaio”.
Aggiunge Mario Leso, storico militante e tesoriere dei DS: “Leva dà degli interessati a noi che abbiamo votato Renzi, come abbiamo per decenni votato il PCI, i DS, il PD senza avere niente in cambio. Perché ci credevamo e ci crediamo! Da che pulpito viene la predica! Lui non ha pagato neanche le somme che come consigliere regionale doveva al partito! Stiamo ancora attendendo il giudizio del Tribunale di Campobasso perché tiri fuori fino all’ultimo euro”.
Così Italo Lombardi: “Leva chieda scusa a tutti quelli che hanno costruito un patrimonio di valori e consenso anche in questa regione. Solo perché il giocattolo che si era creato traballa, reagisce in questa maniera estremamente offensiva e assurda. Evidentemente nel suo ambiente si ragiona in termini di acquisizione di potere e non di valori… E magari si sente tremare la terra sotto i piedi e reagisce in modo isterico”.
Continua Lombardi: “Leva dimostra di non essere pienamente legittimato a fare il segretario quando, di fronte a un risultato cosi evidente, perde l’equilibrio e la serenità, e utilizza frasi offensive e scomposte verso persone che sicuramente non si sentono accozzaglia e tantomeno alla ricerca di potere. Ho fatto sempre politica per passione e senso di bene comune, e ho condiviso il progetto di Renzi perché sono convinto sia la strada giusta per persone come me disinteressate al potere”.
Mimmo Rispoli non ha dubbi: “Questa volta ho votato Renzi perché c’è bisogno di un cambiamento. E sono fiducioso. Lo chiedono la cittadinanza e i vari soggetti popolari. Non salgo sul carro dei vincitori, ma davvero c’è necessità di cambiamento e non di vecchia politica”. E sulle dichiarazioni di Leva “credo che il ruolo di un segretario doveva essere ben altro”.
Lorenzo Coia e Filippo De Benedictis, componenti dell’Assemblea Provinciale PD della Federazione di Isernia, sottolineano come Leva abbia “perso la calma e l’obiettività. Per uno che opera sul versante Giustizia è un segnale grave di intolleranza e di scarsa obiettività. Ci offende il termine ‘accozzaglia’ per ambizioni di potere, riferito ad una battaglia congressuale per chi ha avuto e ripreso la tessera di un Partito che dal PCI al PD ha mantenuto fermi i valori della Democrazia e della partecipazione nel nostro paese. Il segretario Leva – aggiungono – non ha esitato, nelle elezioni locali e/o regionali, ad accogliere in sostegno dei nostri candidati liste locali ‘eterogenee’ e persino lontane dai nostri valori costitutivi. Ma allora le vittorie avevano un altro Padre. Il consiglio che diamo all’On.le Leva è di rispettare di più il Partito ed i suoi militanti che tanto gli ha dato in termini di prestigio e di successo personale”.
Interviene anche Nicola Messere: “Da militante e spesso dirigente del partito, non mi sento di appartenere a un’accozzaglia. Anzi spesso Leva, con comportamenti non democratici all’interno degli organismi del PD, ha fatto sì che il partito diventasse un’accozzaglia, soprattutto quando bisognava stabilire candidature e incarichi. Si sono seduti a tavolino in tre persone – spiega Messere – e hanno sempre deciso tutto. Ora lui offende tanti militanti provenienti dalla sinistra che, contrariamente a lui, sono rimasti di sinistra. Leva si dichiara tale, di sinistra, ma i suoi comportamenti non lo hanno dimostrato. Adesso mi auguro che si chiuda questa stagione di lunghi coltelli all’interno del PD, e che si possa tornare a essere un partito unito e dove ci sia vero dibattito”.