I Part-time di Poste Italiane S.p.A. del Molise, circa novanta in totale, dopo diversi incontri, presso la Sala Vitale di Campobasso in Via Ziccardi 10 – sede CISL -, hanno deciso di scrivere una lettera oltre ai Vertici di Poste, al Presidente della Giunta Regionale del Molise Paolo Di Laura Frattura, all’eccellentissimo Prefetto di Campobasso Francescopaolo Di Menna, all’eccellentissimo Prefetto di Isernia Filippo Piritore, a S.E. Rev.ma Arcivescovo Metropolita di CAMPOBASSO-BOJANO Mons. GIANCARLO MARIA BREGANTINI, Alla neo Presidente di Poste Italiane S.p.A. Luisa Todini, al neo Amministratore Delegato e Direttore Generale di Poste Italiane Francesco Caio, all’azionista unico di Poste Italiane S.p.A. Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi e infine al Presidente della Repubblica GIORGIO NAPOLITANO.
La lettera racconta la loro esperienza all’interno di Poste, tutte le ansie, le paure, e come possa sentirsi un lavoratore part-time, in sostanza un precario.
Di seguito la lettera inviata.
La nostra storia, ha inizio nel 2010, giorno in cui una grande Azienda Italiana offre ai propri lavoratori, in possesso dei requisiti necessari e sufficienti, per ottenere di li a poco il traguardo pensionistico, l’opportunità di cedere il loro posto di lavoro ai propri figli.
Sono enormi, e sembrano insormontabili i sacrifici da affrontare in quel viaggio offerto loro per dare speranza ad una generazione castigata dalla più grave crisi economica del dopoguerra, che ha colpito l’Europa.
Rinunciare alla PENSIONE per anni che sembrano secoli, ad una parte degli INCENTIVI riconosciuti in caso di anticipata collocazione a riposo, che tutti NOI consideriamo un “DIRITTO” al quale nessun lavoratore può rinunciare, ma che in questo caso è condizione sine qua non, per porgere nelle mani dei loro figli, un futuro che non permette loro di essere i protagonisti di questa avventura, schiacciandoli in una terribile morsa.
Possiamo definirlo un mutamento generazionale, nei ruoli all’interno dell’Azienda?
La risposta si ottiene, osservando lo “svincolo IMPARI” proposto ed ottenuto dai vertici Aziendali di Poste Italiane.
Infatti, impari è la parola d’ordine che caratterizza il progetto, impari perché mentre i nostri genitori occupavano un posto di lavoro a tempo pieno, a noi viene offerto un impiego, si a tempo indeterminato, ma part-time.
Trascorrono mesi, anni, dal giorno in cui l’impegno professionale di noi giovani part-time, ha dato un valore aggiunto alla Società Poste, la quale sembra non voler investire con saggezza su di una conoscenza e competenza che aspetta solo di poter crescere in modo esponenziale, facendo si, che la stessa, possa riflettersi concretamente e positivamente nell’Azienda.
Infatti, l’apparente quiete che veste i volti di noi part-time, nasconde amarezza, mortificazione per una situazione che esaspera uno stato di fittizia stabilizzazione, ma che al suo interno cela una chiara precarietà.
Chi vive da anni ormai, con un misero stipendio inferiore a 700,00 euro mensili (magari contribuendo a mantenere la propria famiglia d’origine), non ha possibilità di sopravvivere in una società, che pur urlando a gran voce i diritti dei lavoratori, rimane immobile ad osservare lo scempio di un avvilente sfruttamento.
E’ evidente che, alla luce di quanto esposto, a noi lavoratori part-time, viene rinnegato sia un miglioramento della vita di relazione, che una prospettiva di crescita professionale, vista come mezzo necessario par l’affermazione della personalità dell’individuo, e nello stesso tempo come strumento di progresso materiale e sociale.
Infatti, la nostra condizione è imbarazzante, pensate solo per un attimo, di vivere il giusto momento della vostra vita, nel quale si è consapevoli di possedere la passione, la volontà, l’impegno, le conoscenze, ma soprattutto la vitalità insita i noi giovani, e rimanere fermi sulla linea di partenza in attesa di un esordio professionale, che da anni tarda ad arrivare.
E’ necessario, che i Vertici Aziendali siano edotti, dell’opportunità di poter mettere al servizio della Società Poste Italiane, una enorme ricchezza di risorse umane, da occupare a TEMPO PIENO, composta di giovani, traboccanti di positività e di entusiasmo, affinché la stessa possa contribuire a dare maggiore slancio all’Azienda, in una realtà regionale, il cui territorio geografico, demografico ed economico, presenta delle complessità oggettive, rispetto ad altri tessuti sociali d’Italia.
Infatti, nella nostra regione sono sempre più frequenti disservizi causati dalla carenza di personale all’interno degli uffici postali.
Da quanto poc’anzi descritto, è necessario sensibilizzare, coinvolgere tutte le rappresentanze politiche regionali, alle quali viene rinnegato, per una chiara volontà aziendale, l’opportunità di raccogliere un malessere che ormai da anni viene vissuto, e dignitosamente sostenuto, da un gruppo di lavoratori che, al pari degli altri contribuisce a migliorare il servizio pubblico, offerto dalla società Poste Italiane S.p.A., su tutto il territorio molisano.
Caro Presidente, la nostra voce si rivolge a Lei, porgendoli una chiara richiesta d’ AIUTO, che possa coinvolgere le Istituzioni regionali, affinchè il nostro disagio emerga anche al di fuori dei freddi corridoi aziendali.
Contiamo sul suo sostegno, perché ogni uomo ha diritto ad una condizione economica e lavorativa DIGNITOSA.