I FORCONI DELL’ARTE. di Edo Sylos Labini

alabiniIl noto attore italiano, con un suo editoriale, interviene sulla crisi che sta attenagliando anche il settore culturale e creativo.

“Sono 2 milioni i professionisti che in Italia operano in tutti i campi delle attività creative, dall’industria dell’arte e dello spettacolo fino al mondo della moda, della comunicazione, della pubblicità. Generano il 5,8 % del nostro Pil ( 80,3 miliardi di euro – 2013), un mercato importante oltre che per i numeri perché produce quel famoso Made in Italy invidiatoci in tutto il mondo. Ebbene questa risorsa così strategica per il nostro Paese, al quale noi qui su ilgiornaleOFF.it diamo ogni giorno visibilità, non trova rappresentanza nel mondo politico e sindacale.

Mi viene voglia di dire : meglio così! Meglio così se politica e sindacati in questi decenni hanno strumentalizzato molte lotte mettendoci il cappello per interessi personalissimi. In questi giorni è stata lanciata sul web #RIVOLUZIONECREATIVA una raccolta firme per chiedere il rilancio ed il riconoscimento della valenza strategica della creatività in Italia. Sono naturalmente d’accordo ma non credo che il futuro sia nel tentare ancora una volta di fare sponda con uno Stato che se n’è fregato di questa eccellenza tutta italiana, uno Stato che quando l’ha aiutata la creatività l’ha fatto soltanto in cambio di militanza politica. Voglio dire che l’errore è proprio nel fare di questo ambiente una elite culturale protetta dalla politica. Meno assistenzialismo più libertà di mercato. Meno FUS più tax shelter e tax credit. E parafrasando l’attualità di questi giorni : meno buone forchette ( con la puzza sotto il naso ), più FORCONI !! Si, perché questo che chiamano movimento dei Forconi, così demonizzato dai media, in realtà è un aggregazione spontaneista che viene dal basso. Sono i figli e i parenti degli imprenditori suicidati, degli operai aziendalisti e non sindacalisti, dei commercianti che sotto l’albero di Natale trovano i pacchi regalo di Equitalia. Sono quelli che ci mettono la faccia, dal basso. E dal basso come i Forconi dobbiamo ripartire anche nel mondo dell’arte senza andare ad elemosinare la nostra dignità a nessuno. Perché se la bellezza è la qualità che contraddistingue l’Italia nel mondo è grazie soprattutto alle migliaia di artisti che con le loro opere hanno fatto della nostra penisola lo stivale più bello del mondo. I Forconi dell’Arte non cercano padrini, non occupano i red carpet a comando, chiedono soltanto di poter produrre creatività in un sistema di libero mercato. Per colorare la più triste burocrazia italiana i Forconi dell’Arte chiedono che i privati , grazie al lavoro dei creativi, possano investire nell’intrattenimento culturale per promuovere le proprie aziende e possano essere detassati al 100% della somma investita. Incentivi non sussidi: così lo Stato protegge veramente i propri artisti invece di strumentalizzarli. I Forconi dell’Arte non vogliono diventare senatori a vita, vogliono soltanto avere la possibilità di generare benessere attraverso il proprio lavoro. Quindi, cominciate a liberare Fondazioni, teatri, enti, musei da “quelli con la tessera di partito” e fateli gestire da chi è competente in materia. Gli artisti facciano gli artisti, così si fa veramente politica. Insomma se nei prossimi giorni “in queste pericolose piazze eversive” troverete anche un pittore, una costumista, un regista, una cantante, un macchinista, un attore non preoccupatevi. Perché non ci vuole soltanto la vittoria ai Mondiali per sventolare il tricolore, serve soprattutto la bellezza dell’azione in un Paese che sembra ormai dimenticato dal Signore!”

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