Tra le tante ombre di una raccolta delle olive 2014 disastrata da un’annata favorevole alla moltiplicazione della mosca dell’olivo, causa le sfavorevoli condizioni meteorologiche, c’è da registrare anche qualche spiraglio di luce portato dai cinque oli premiati dalla più nota Guida all’extravergine del mondo, Flos Olei 2015, di Marco Oreggia e Laura Marinelli, che uscirà a novembre prossimo.Una guida che, dal quadro dei risultati fornito in anteprima, riporta 478 oli che hanno ottenuto un punteggio minimo di 80 punti e massimo di 98, di cui ben 218 quelli provenienti da ben 19 Paesi del mondo, con la Spagna che vede ben 74 oli premiati (più della Toscana che si attesta al 1° posto tra le regioni italiane), seguita dalla Croazia (58), Portogallo (17), Cile (15), Francia (10), Uruguay e Giappone (9), Grecia (7) e, a seguire, i rimanenti 11 Paesi.
Dei 250 oli italiani ho già detto che è la Toscana, con 65 suoi oli, quella più premiata, seguita dal Lazio (37), Umbria (25), Sicilia (23), la Puglia ( 21) e poi tutte le altre regioni ad eccezione del Piemonte, Valle D’Aosta e Emilia e Romagna. Il Molise, con i cinque oli selezionati da 87 punti in su, è, insieme con la Liguria, davanti alla Lombardia, il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia e la Basilicata
Ed ecco i cinque oli bandiera del Molise: 1. L’olio dell’azienda Marina Colonna di San Martino in Pensilis, che, con 96 punti su cento, per poco non è arrivato a conquistare i 98 punti, il massimo punteggio raggiunto quest’anno, si attesta tra i primi 20 oli italiani selezionati; quello dell’oleificio Di Vito di Campomarino, con 90 punti (tra i primi 90 oli italiani); l’ oleificio di Bruno Mottillo di Larino con 88 punti (tra i primi 120) e le Aziende agricole “Pietropaolo Antonietta” di Casacalenda e “La Casa del Vento” di Larino, con il suo “L’Olio di Flora”, con 87 punti per entrambi, cioè tra i primi 130 oli italiani che la nota Guida ha selezionato.
Un bel successo con un quadro di eccellenza, quello degli oli molisani, che onora l’olivicoltura della nostra “piccola grande regione”, come a me piace definire il Molise, e, in particolare, la sua varietà più diffusa che, insieme all’”Aurina” di Venafro, è la più nota da sempre, la “Gentile di Larino”. Questa varietà – mi piace ricordarlo – con le altre due varietà autoctone “Salegna o Saligna” e “San Pardo”, sempre con il nome della culla delle “Città dell’Olio attaccato”, fanno di Larino una realtà unica al mondo in quanto a varietà di olivo autoctone. Ben tre delle 500 considerate in Italia, un patrimonio olivicolo di biodiversità che danno al nostro Paese un primato prestigioso e quanto mai prezioso, che è ancora tutto da utilizzare e valorizzare. (Pasquale Di Lena)