A poche centinaia di metri dalle acque del Biferno, su una superficie di 56mila metri quadri a sette chilometri dal centro di Guglionesi, c’è un terreno che negli ultimi 20 anni è stato soggetto a varie avversità e circostanze, anche di carattere istituzionale. Dapprima discarica a cielo aperto, dove per anni camion provenienti da fuori regione, in particolare dal nord Italia, hanno scaricato, sotterrato o sversato tonnellate di rifiuti altamente nocivi, poi lasciata al totale abbandono, dopo ancora sotto sequestro e quindi oggetto di attività processuali dalle quali scaturirono alcune sentenze e relative condanne per i proprietari del terreno rei di aver consentito delle vere e proprie operazioni criminali.Stando a questo, un decreto ministeriale del 2001 lo individuò tra i (SIN) Siti di Interesse Nazionale ai fini della bonifica, definendolo “Guglionesi II”, stanziando e assegnando circa 1,5 milioni di euro per compiere le opere necessarie di messa in sicurezza e successiva bonifica.
Soldi che arrivarono pochi anni dopo al comune di Guglionesi, insieme ad altri finanziamenti direttamente dalla Regione (500mila euro) e che risultano ad oggi tutti spesi. Verbale 29 delibera prov. CB Feb2011Evidentemente non bastarono, poichè in seguito ad un Accordo di programma del 2011, sottoscritto tra Ministero dell’Ambiente Regione Provincia e Comune, fu previsto un ulteriore fabbisogno finanziario di circa 700mila euro, assicurato poi dal Ministero alla Regione.Il comune di Guglionesi, finalizzatore e attuatore di questi investimenti attraverso gare a bando pubblico, che nell’Agosto 2012 ha fatto persino una ulteriore richiesta di finanziamento per circa 1,2 milioni di euro, ad oggi sembrerebbe essere in affanno per il completamento di quest’opera, incompiuta dal punto di vista del recupero e del ristoro ambientale.Ora certo non pioveranno più soldi poiché un recente decreto del Gennaio 2013 stabilisce che il sito Guglionesi II fuoriesce dall’elenco dei SIN e quindi non sarà oggetto di attenzione e finanziamenti da parte del Ministero ma le competenze passeranno tutte alla Regione Molise, una patata ancora bollente che necessita di grosse responsabilità.Oltretutto risulta dalle premesse del Decreto, che la Regione avrebbe dovuto rispondere ad una Nota ministeriale in cui si chiedeva di impugnare o confermare la vincolante decisione del Ministero ma nessuno dei politici o dei dirigenti amministrativi si è degnato di occuparsene, come se non fosse importante.A che punto siamo ora coi lavori di messa in sicurezza e bonifica? Noi del MoVimento 5 Stelle siamo andati a visionare i terreni in questione, abbiamo ascoltato l’umore dei cittadini che abitano nelle zone limitrofe, dove si vive questo disastro ambientale da tanti anni, dove purtroppo da tempo, come in tutto il Basso Molise, i tumori e le leucemie si moltiplicano senza ancora poterne conoscere le vere cause.I metalli e gli scarti di lavorazione industriale penetrati nella terra hanno avvelenato la campagna molisana ma anche lo stato d’animo dei cittadini del posto che gridano giustizia.Il ruolo dei portavoce 5 stelle in Consiglio regionale è anche quello di formalizzare e portare alle istituzioni le istanze dei cittadini, per questo motivo abbiamo deciso di formulare una interpellanza alla Giunta, depositata oggi 5 Novembre, in cui chiediamo testualmente: Come la Regione Molise, ora soggetto competente in materia, abbia previsto di risolvere questo grave problema di inquinamento ambientale, tra i più gravi sul territorio molisano. Se esistono risorse finanziarie già assegnate dal Ministero dell’Ambiente e ancora da trasferire. Se è necessario prevedere la stipula di Accordi di Programma per disciplinare anche le risorse già assegnate, trasferite o da trasferire, ma non ancora disciplinate. Se il Ministero ha commesso errori di valutazione nell’assegnare tale cifra per mettere in sicurezza e bonificare l’area e nel caso come mai la Regione non ha inviato alcuna nota di comunicazione di “eventuali diverse e motivate valutazioni rispetto alle considerazioni della Direzione generale per la tutela del territorio e delle risorse idriche del Ministero dell’ambiente”. Se è possibile accertare le modalità di utilizzo dei soldi finora stanziati a favore dell’ente beneficiario e stabilire l’ammontare del finanziamento necessario ai fini di espletare le opportune operazioni di bonifica e ristoro ambientale.Restando in attesa di risposte, continueremo ad informarci e ad ascoltare l’opinione di chi il dramma ambientale lo vive in maniera diretta, certi che il primo compito della politica sia quello di conoscere e quindi affrontare i problemi del territorio.