In mattinata e per ben due ore il Presidente della Granarolo Gianpiero Calzolari e il Vice Presidente della Cooperativa Spa Danio Federici hanno incontrato la stampa molisana per illustrare il progetto “Ranch Gran Manze”. Una precisazione d’obbligo fa subito il Presidente Calzolarei: ” non abbiamo rotto nessun silenzio, in quanto non abbiamo referenti, di nessun genere in Molise, tantomeno intendiamo generare una battaglia contro chicchesia. Ci presentiamo oggi alla stampa, e sarà il primo degli incontri che faremo, personalmente, in Molise”. In effetti la polemica sulle Gran Manze generatasi in regione ha visto e vede interlocutori politici, associazioni, neo-associazioni macon l’assenza del protagonista, la Granarolo. Dopo aver illustrato l’azienda, la mission, la composizione organica si è passati a qualche delucidazione del progetto e quindo alle domande della stampa. Il progetto è stato presentato alla Regione, a cui sono stati chiesti i permessi, è stata individuata la regione, ma non il sito dei terreni su cui la struttura ipoteticamente dovrà sorgere.
” Noi abbiamo avviato un iter per le autorizzazioni – spiega il Presidente Calzolari – perchè pensiamo che questa regioni si presti a questo tipo di progetto. se la comunità a partire dalle istituzioni , compreso il settore agricolo, e le comunità locali gradiranno questo tipo di investimento, potremmo avviare il tutto e in un lasso di tempo breve sciogliere anche le riserve sul sito su cui dovrebbe sorgere la struttura. Ci tengo a precisare che non parliamo di un intervento invasivo dal punto di vista di strutture o inìfrastrutture. Immaginiamo di utilizzare le prossime settimane per completare questo ciclo di consultazioni con il territorio. Abbiamo seguito un iter preciso, partecipando ad un bando. A partire da oggi iniziamo a parlare con il territorio del Molise”. La preoccupazione dei molisani è l’impatto ambientale che un intervento del genere causerebbe : ” oi garantiamo di rispettare tutte le procedure e le norme di legge, come è nostro costume, per cui anche il saldo ambientale sarà positivo, in quanto restituiamo una vocazione agricola ad un territorio che come tanti in questi anni ha visto calare la presenza nel mondo agricolo”. L’intervento è sembrato una risposta alle polemiche generatesi in regione: ” tenete onto che la Granarolo ha 1000 soci in tutta Italia, abbiamo un rapporto giornaliero con il territorio e la nostra è una politica di filiera corta su territorio. Come dicevo non abbiamo interlocutori terzi, ma aspettavamo di avere un progetto da presentare nella maniera più opportuna e anche per rispondere alle perplessità che ci state manifestando. Questa è un ainiziativa finita all’interno di un dibattito politico che non ci appartiene, siamo un’impresa, una cooperativa, credo che la politica debba favorire un’impresa quando si realizzano buoni progetti. Siamo convinti di questa operazione, come vi abbiamo illustrato non ci saranno problematiche inerenti lo smaltimento di “letame o liquidi”, non creeremo nessuna centrale biomasse, il nostro è un progetto che non ha impatti devastanti sul territorio. Abbiamo 8 insediamenti industriali in Italia con 1000 soci. I nostroi stabilimenti sono gestiti con una grande attenzione all’igiene, alla salubrità ai protocolli, noi produciamo prodotti alimentari, un settore molto delicato, parliamo di beni deteriorabili, abbiamo una cultura della sicurezza alimentare e del territorio di altissimo valore, riprovata da sessanta anni di storia, che non ci ha mai visti al centro di direttive immeritevoli”.