Nell’apprestarmi a partecipare al rito della processione del venerdì Santo campobassano, ho deciso, come di consueto, di spendere alcuni minuti di riflessione. Un pensiero di augurio pasquale che mi viene spontaneo dedicare prima di tutto ai malati, ai bisognosi, a chi soffre, agli anziani, ai reclusi, alle persone sole, agli orfani, ai disoccupati, agli studenti, alle famiglie.
Con questa scaletta ho voluto solo privilegiare coloro che prima degli altri, a ragione o a torto, vivono momenti di profondo disagio e malessere, fino ad arrivare alle famiglie cosiddette tradizionali, ai benestanti. Un pensiero di pace, serenità, raccoglimento nella preghiera per tutti, a nome mio e dell’amministrazione provinciale di Campobasso. Per oggi non intendo affrontare discorsi amministrativi, mi basta solo ascoltare e verificare quanto accada nel Molise, colpito da calamità naturali da una parte e da una classe politica omogenea nella facciata, nella bandiera, ma litigiosa e poco concludente nel pratico. A tal riguardo, più di un politico sostenne che fossimo usciti dal tunnel, dal guado, dal fango, che fossimo in ripresa. Più di politico ebbe a dire che nel giro di pochi mesi avremmo intravisto segnali di crescita: mi pare siano trascorsi 2 anni. Ma crescita di cosa? Di tagli? Di tasse? Di sfiducia? O crescita di tutele crescenti? Lascio alla gente molisana tale giudizio, senza addebitare colpe ad alcuno. Sinceramente questo tunnel mi pare molto lungo e questo fango ancora molto denso, ma mi auguro di riuscire a cogliere i frutti di tali frasi in libertà nell’immediato dopo Pasqua e di essere immediatamente e felicemente smentito dai fatti. Nel giorno della Santa Pasqua, mi piace condividere con tutti voi un pensiero di speranza, che la Resurrezione di Cristo sa e può farci vivere. Nell’abbracciarvi tutti, ringrazio tutti coloro che si spendono anche in questi giorni di festa, per lenire le sofferenze altrui