(Adnkronos) – “Amore mio, oggi si parlerà di te, di come siete stati strappati alla vita, di come con tutte le tue forze hai cercato la verità a costo della vostra splendida vita. Tu sarai sempre per noi la nostra immensamente Giulia e Thiago il nostro angelo. Lotteremo per te fino all’ultimo”. Sono queste le parole che Loredana, mamma di Giulia Tramontano, dedica alla figlia uccisa a coltellate dall'ex compagno Alessandro Impagnatiello. Un messaggio che arriva nel giorno della seconda udienza, nel processo in corso a Milano, all'ex barman – presente in aula – accusato di omicidio aggravato. "Nulla ci restituirà Giulia, abbiamo gridato a voce alta, lo faremo ancora affinché sia fatta giustizia per lei e Thiago" scrive invece papà Franco sempre su Instagram. I genitori, come i fratelli di Giulia, oggi non sono presenti in aula. La mamma e la sorella Chiara testimonieranno nella prossima udienza (7 marzo), quindi non possono partecipare all'udienza di oggi con cui si apre formalmente il dibattimento. Tra i primi testimoni della pubblica accusa ci sono i carabinieri del Nucleo investigativo, che hanno indagato sul delitto di Giulia e del bambino che aveva in grembo, e i vicini di casa della coppia che viveva a Senago. A partire dal dicembre del 2022 e fino al maggio del 2023, pochi giorni prima del femminicidio della compagna, Impagnatiello fa ricerche online con la parola veleno, in particolare cerca 'veleno per topi incinta', 'veleno per topi in gravidanza' e ancora 'veleno per topi uomo'. Ricerche che emergono dalle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo dopo che nello zaino dell'ex barman sono state trovate due bustine di topicida. Tra le ricerche, come emerge nella testimonianza in aula di uno dei carabinieri della squadra Omicidi, sentito come testimone dell'accusa, c'è quella del 7 gennaio 2023 con la dicitura 'quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona'. "E' una ricerca che assume un'importanza più rilevante dopo che gli esami autoptici su Giulia e Thiago hanno rilevato la presenza di veleno sulla giovane e sul feto". Un elemento su cui le pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella puntano per dimostrare la premeditazione per il delitto del 27 maggio scorso. Tra gli elementi per provare l'aggravante c’è una bottiglia di cloroformio, sequestrata nella cantina dell'appartamento di Senago, acquistata con un "nome falso" da Impagnatiello il 5 febbraio 2023 tramite un sito online. Il cloroformio, oltre che un solvente tossico, in passato veniva usato come anestetico perché in grado di rendere incoscienti se inalato. "Non dovrebbe essere di libero acquisto, ma la transazione è andata a buon fine. L'acquisto è stato fatto quando l'imputato si trovava all'aeroporto di Malpensa, lui attendeva Giulia che arrivava da Napoli" svela il teste. Nella lunga testimonianza il maresciallo dei carabinieri ricostruisce tutte le fasi dell'omicidio, dall'incontro tra Giulia e l'altra donna di Impagnatiello – le due si incontrano poche ore prima del delitto – "si sentono due donne tradite" racconta, fino a quando Impagnatiello – la sera del 27 maggio – impugna un coltello da cucina e uccide, nel soggiorno, Giulia con 37 coltellate. Un delitto a cui seguono una serie di ‘depistaggi’ come i messaggi che l’imputato scrive alla compagna ormai morta, oppure i messaggi inviati con il telefono della vittima per rassicurare l’altra donna. La testimonianza non risparmia dettagli crudi sul femminicidio avvenuto a Senago. “Uccide Giulia con 37 coltellate, poi l'adagia nella vasca da bagno. Il corpo è stato dato alle fiamme, sicuramente abbiamo evidenze che vi sono stati dei tentativi di darle fuoco anche nel box dove viene trovata una lampada bruciata. Abbiamo poi altre evidenze che il corpo è stato sia nella cantina che nel box" aggiunge il militare che parla di una scena "preparata: nell’appartamento troviamo delle tracce di sangue sotto il tappeto, ma non sopra il tappeto e anche il divano, che è vicino alla traccia più evidente di sangue, è risultato negativo al luminol" come se fossero stati precedentemente spostati. Il forte odore di benzina, sentita nell'auto e nel bagno dell'appartamento di Alessandro Impagnatiello, mette in allarme i carabinieri di Senago che raccolgono la denuncia di scomparsa fatta dall'ex barman per Giulia Tramontano. E' la sera del 28 maggio del 2023, intorno alle 19, quando Impagnatiello va in caserma, accompagnato dalla madre. "Era agitato, sembrava molto preoccupato. Per noi inizialmente si tratta di una denuncia per allontanamento volontario. Lui ci racconta che la mattina, mentre è a lavoro, invia dei messaggi alla compagna ma lei non risponde". Un silenzio che non lo preoccupa perché arriva all'indomani della scoperta da parte di Giulia, al settimo mese di gravidanza, che l'uomo con cui convive ha un'altra relazione parallela. In caserma lui "denuncia che manca il passaporto della ragazza, il bancomat e circa 400-500 euro". Non fa menzione del telefono, mai trovato, a differenza dei documenti recuperati in un tombino non lontano dall'abitazione. "Andiamo a casa con la sua auto (le nostre erano impegnate), io sento un forte odore di benzina che proveniva dal bagagliaio e lui si giustifica dicendo che ha una bottiglia di benzina" in caso di emergenza, racconta il teste. "Ma c'è forte odore di benzina anche nel bagno dell'abitazione, dove la lavatrice aveva appena finito il ciclo di lavaggio, così come nel suo zaino in cuoio in cui abbiamo trovato un paio di guanti di lattice". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Giulia Tramontano, testimone in aula: “Veleno e sms, uccisa con premeditazione”
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