Sono circa 200 milioni di donne e ragazze in tutto il mondo che hanno subito qualche forma di mutilazione. E’ difficile portare alla luce il fenomeno, soprattutto per il silenzio nelle famiglie.
La Cisl ribadisce il suo NO contro queste pratiche.
In occasione della Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, come Cisl, ribadiamo la necessità di rendere sempre più consapevoli le comunità di migranti che vivono in Italia, in particolare quelle che provengono dalle aree dove il fenomeno è più diffuso, sul rischio per la salute fisica e psicologica di migliaia e migliaia di bambine e ragazze che vengono sottoposte a queste pratiche”.
“Un fenomeno, questo che interessa anche il nostro Paese. L’Italia si è dotata di apposite linee guida per farvi fronte in maniera più adeguata e capillare sia in termini di prevenzione che recupero delle vittime. Ad oggi si registrano tra le 61 mila e 80 mila donne presenti sul nostro territorio che hanno subito in tenera età una qualche forma di mutilazione. Queste pratiche che offendono non solo il corpo ma anche la dignità delle bambine e delle ragazze con gravi conseguenze dal punto di vista medico e sociale.
“Le Mutilazioni Genitali Femminili sono soltanto una delle tante forme di violenza di genere che non possono essere catalogate per alcun motivo sotto la voce “culturale”.
“Lo scambio tra le culture è ricchezza, ma nessuna cultura può e deve giustificare la violenza. Nessuna cultura, dunque, orientale od occidentale che sia deve calpestare i diritti fondamentali e la dignità delle persone”.
La Segretaria Interregionale CISL AbruzzoMolise
Maria Pallotta