Il 4 maggio viene celebrata, a livello europeo e italiano, la X Giornata Europea dei Diritti del Malato. A Bruxelles Active Citizenship Network, la rete Europea di Cittadinanzattiva, ha deciso di dedicare la celebrazione del decimo anniversario dell’ European Patients’ Rights Day al tema del “Reducing waste and inefficiency in the Healthcare Systems, increasing quality of patient care”. La conferenza, multistakeholder, si terrà nel Parlamento Europeo con lo scopo di accrescere la cultura dei beni comuni e la lotta contro ogni forma di spreco, favorendo la cooperazione tra i differenti attori della sanità, cittadini, istituzioni, professionisti, università, ospedali e cliniche, per trovare soluzioni utili al problema.
In Italia verrà organizzata una azione simbolica in Piazza delle Cinque Lune a Roma, ed in contemporanea altre 90 iniziative su tutto il territorio nazionale verranno realizzate da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato e dalle associazioni del .
Nell’ambito di tali iniziative il 4 maggio a Campobasso, nell’androne del Presidio Ospedaliero ‘Cardarelli’, alle ore 11:00 è stato organizzato un flash mob incentrato sui diritti della Carta Europea dei Diritti del Malato.
In occasione della stessa Giornata Europea dei Diritti del Malato Cittadinanzattiva lancerà anche una mobilitazione per la difesa del servizio sanitario e dei diritti del malato con la petizione per l’abrogazione del superticket.
Dal 2011 infatti per un esame o per una visita specialistica oltre al ticket, con costi diversi da regione a regione, si pagano 10 euro in più su ogni ricetta. Il ticket per una visita specialistica in Calabria costa fino a 45 Euro, nel Lazio 36,15, in Sardegna fino a 46,15: al ticket si aggiungono poi i 10 Euro di super ticket. Nel Lazio e in Molise, oltre ai 10 euro, si pagano in più € euro per prestazione, addirittura 15 se si tratta di TAC o RM, le cosiddette misure regionali aggiuntive.
Nel 2015 gli italiani hanno pagato 2.857,4 milioni di euro di ticket sanitari tra compartecipazione alla spesa farmaceutica, specialistica ambulatoriale, pronto soccorso e altre prestazioni. A dirlo è il “Rapporto di coordinamento della Finanza Pubblica” realizzato dalla Corte dei Conti e pubblicato a marzo di quest’anno.
La quota procapite di compartecipazione media italiana è di 47 euro; la più alta si registra in Veneto con 61,6 euro a testa e in Valle d’Aosta con 59,5 euro; la più bassa in Sardegna con 32,4 euro e in Calabria con 36,7 euro.
La spesa sostenuta privatamente dai cittadini per prestazioni sanitarie in Italia è poi al di sopra della media OCSE [Fonte: Osservatorio civico sul federalismo in sanità del Tribunale per i diritti del malato] (3,2% a fronte di una media OCSE di 2,8%). Molto diversificata anche la spesa privata per Regione (€781,2 in Valle d’Aosta a fronte di € 267,9 in Sicilia).
Per contro, la spesa sanitaria pubblica pro capite, nel 2013, assume valori massimi nella PA di Trento (€ 2.315,27) e Bolzano (2.308,21) o in Valle d’Aosta con 2.393,03, mentre presenta valori minimi in Campania (€ 1.776,85). Nelle Regioni in piano di rientro si registrano livelli di tassazione più elevati: l’addizionale regionale Irpef media più alta è stata registrata nel Lazio (€470 per contribuente) seguita dalla Campania (€440). Nelle stesse regioni, l’aliquota Irap media effettiva ha raggiunto il suo valore massimo (4,9%).
Un cittadino su quattro, fra gli oltre 26mila che si sono rivolti al Tribunale per i diritti del malato nel 2015, lamenta difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie per liste di attesa (oltre il 58%) e per ticket (31%).
Il super ticket di 10 euro non è quindi servito né ai cittadini né al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), è una tassa iniqua che ha alimentato le disuguaglianze esistenti, ha aumentato i costi delle prestazioni sanitarie, gravando ancor più sulle tasche delle persone che sempre più spesso rinunciano a curarsi, pur avendone bisogno. E non ha rimpinguato neppure le casse del SSN, anzi paradossalmente le ha impoverite, spingendo i cittadini, snervati dai costi maggiorati e dalle lunghissime liste d’attesa, ad andare nel privato, che spesso diventa persino più conveniente per alcune prestazioni, come gli esami del sangue; quella che doveva essere una manovra transitoria e straordinaria, a distanza di 5 anni dalla Legge Finanziaria del 2011 che l’ha introdotta, è diventata invece la normalità.
Per questo Cittadinanzattiva ha deciso di avviare una petizione per l’abolizione del superticket, ed anche in Molise sarà possibile sottoscrivere la richiesta presso la sede di Cittadinanzattiva e presso gli sportelli del Tribunale per i Diritti del Malato.