Riceviamo e pubblichiamo
Vorrei esprimere la mia profonda gioia e soddisfazione per alcuni traguardi e risultati ottenuti in queste ultime settimane, da diversi giornalisti pubblicisti iscritti in Molise. A testimonianza del fatto che detto elenco rappresenti l’anima, l’essenza principale oltre che la indispensabile “borsa” dell’Ordine regionale e nazionale, e nel ricordare di come la maggior parte delle redazioni attuali basino l’informazione quasi esclusivamente del loro apporto (anche e soprattutto nel passato, se vogliamo essere precisi), vorrei rendere loro omaggio con questa semplice lettera aperta, nella mia veste di rappresentante della categoria a livello nazionale. Ed è a mio avviso un obbligo farlo, sia per l’impegno profuso dai colleghi, sia perché varcano con successo i difficili confini del Trigno e del Volturno, con pochi mezzi e scarsa pubblicità, sia perché con umiltà non hanno sbandierato i loro successi, sia perché non vedo il motivo per il quale un Ordine non debba applaudirne le gesta. Inizierei con l’ottimo lavoro della collega Valentina Farinaccio: il suo romanzo, già presentato a Campobasso e Boiano. Sentendo i primi commenti e leggendo le impressioni della critica, vale la pena, a mio avviso, spendere due parole per la collega campobassana, esperta di musica e di arte, che ha inteso omaggiare ricordi ed emozioni legate all’infanzia nel libro: “La strada del ritorno è sempre più corta”, edito da Mondadori. E vi pare poco? Valentina Farinaccio in questi mesi gira come una trottola presentando il suo libro lungo tutto lo Stivale. Stesso dicasi per gli altri colleghi pubblicisti del Molise, che da alcuni anni lo stanno facendo, in silenzio e con molta pacatezza: mi riferisco a Paolo De Chiara, Giuseppe Saluppo, Giovanna Ruggiero, Mariacristina Guidone, anche loro autori di libri di inchiesta, di approfondimento storico, scientifico, sociale: tagli diversi, scenario e pubblico differente, ma le vendite stanno dando ragione anche a loro. Perché quindi non vantarsi di queste professionalità? Come non vantarsi anche del premio giornalistico conseguito in svizzera dal collega Giuseppe Di Palo?
Andiamo avanti: Amedeo Caruso, medico di base, internista e psicoterapeuta a Campobasso, giornalista medico scientifico, ha scritto di recente una riflessione su cinema e ipnosi: “Trancelluoide”. Un libro che gli esperti giudicano a dir poco fantastico: ne hanno evidenziato la portata scientifica testate regionali del Piemonte, del Veneto, Lazio, della Lombardia, presentato a Roma, mi sono imbattuto su di una sua recensione in testate nazionali come la Gazzetta del sud e a breve ne parlerà persino Il Mattino. Volutamente non cito il collega Giuseppe Formato, da poco professionista (ma geneticamente pubblicista), perché sono emotivamente coinvolto con il suo libro su Vincenzo Cosco; ma anche in questo caso, la biografia del mister scomparso si vende, ed i giudizi sono positivi. Lasciando gli scrittori pubblicisti, mi sono imbattuto su Antonio Simeone. Ragazzo campobassano, fa la spola tra Roma, Londra e Milano, scrive di economia: è una delle penne europee più esperte sul sistema bancario.
Quanti lo sanno? Ebbene caro direttore, ha parlato del suo lavoro anche Il Sole 24 ore, in un redazionale sulla banca del domani. Sperando di adottare i termini esatti, il collega ha ideato insieme a due molisani (non giornalisti), il progetto Euklid, trading automatico applicato ai bitcoin e blockchain, con sede a Londra, punta a far nascere una newco ed un fondo di investimento Raif nel Lussemburgo. L’argomento è la gestione del risparmio con una piattaforma bancaria robotizzata al 100%, che muove in perfetta autonomia rispetto al sistema tradizionale. Grazie a 30 algoritmi con 256 variabili (intelligenza dello sciame insieme all’algoritmo genetico), il sistema agisce sulla psicologia dell’investitore. Antonio Simenone, tra l’altro autore di un libro di grandissimo successo chiamato “Psicheconomia” e di una innumerevole serie di esperienze lavorative, collabora con l’osservatorio bitcoin della LUISS. Lo sapevate? Infine altri e due colleghi, per libri e lavori su fatti di casa “nostra”. Iniziamo con Ylenia Fiorenza, giovane calabrese trapiantata in Molise, che presenta in Diocesi, a Campobasso, un libro sul precariato: tema di grande attualità. “La beatitudine della precarietà”, edito da Laruffa, coglie un altro duro sforzo editoriale della nostra giovane filosofa, da sempre attivissima nella comunicazione sociale e nel mondo del lavoro, e finiamo con Luigi Calabrese, fotoreporter del capoluogo, che non ha bisogno di particolari presentazioni.
E’ possibile visitare la sua mostra fotografica presso il mercato coperto, un gesto di amore, un regalo alla città. Un dono compiuto da chi, come il nostro Gino Calabrese, da anni racconta la storia di una Regione con l’occhio attento e capace di chi sa sempre da quale parte guardare, il tutto nel contesto legato alla lotta alla contraffazione, che con l’avvento delle nuove tecnologie, mette a repentaglio il diritto d’autore delle opere, siano esse anche fotografie. Per restare nel concetto della legalità e dei talenti, non potevo non citare il pubblicista campobassano Ennio Cerio, che nelle vesti di avvocato, sta curando uno dei pochi casi denunciati, di esercizio abusivo della professione. Tante le situazioni in cui i non iscritti all’Ordine dei Giornalisti scrivono e diramano comunicati, evitano di firmare, insomma false segreterie o relazioni esterne o uffici di staff, che fanno del giornalismo la propria attività, senza averne l’abilitazione e senza pagarne le relative tasse (anche previdenziali). Ecco, l’avvocato Cerio sta tentando di smascherare le situazioni segnalate con denunce alla Procura della Repubblica, mentre sono in pochi a cercare giustizia, ed in tanti a rassegnarsi a questo riprovevole costume. Mentre chiudevo questa nota mi è tornato in mente l’ultimo momento legato al premio giornalistico sportivo “Fasolino” del collega Stefano Venditti e del suo straordinario impegno per i ragazzi, specie i più deboli e sfortunati. Proprio qualche giorno fa le premiazioni ad alcuni studenti al cospetto dell’Usp di Campobasso. Spero, caro direttore, che grazie alla sua sensibilità, di aver contribuito a regalare un po’ di gratitudine a questo mondo, spesso sottotono, dei colleghi pubblicisti.
Vincenzo Cimino
Consigliere nazionale Odg