Gilda Insegnanti: intervento in merito al dimensionamento scolastico

scuola5Premesso che ogni  proposta di aggregazione degli istituti scolastici può incontrare il favore di alcuni e la critica di altri, tanto più nel dimensionamento delle scuole  che vede coinvolti interessi molteplici, che vanno dai sindaci dei comuni interessati ai dirigenti scolastici e al personale stesso della scuola, non v’è alcun dubbio che nel Molise si sentiva il bisogno di arrivare finalmente alla realizzazione di un piano di dimensionamento, dopo quello effettuato nell’anno 2008.

In questi cinque anni, infatti, sono cambiate molte cose sia per quanto concerne la normativa di riferimento  (sono mutati i parametri per la formazione delle classi, quelli per l’autonomia delle scuole, è variato il numero delle scuole autonome assegnate al Molise che passa dalle 84 del 2008 a “solo” 54 per il 2014) sia per il numero degli alunni che purtroppo è sceso molto sensibilmente negli ultimi anni; a questo si aggiunga il pensionamento di  molti Dirigenti Scolatici che non sono stati sostituiti per le note vicende del concorso bloccato al Consiglio di Stato.
La conseguenza più immediata è stata la perdita di autonomia di molte istituzioni sottodimensionate, che sono stata assegnate in reggenza a Dirigenti scolastici titolare di altre istituzioni normodimensionate: qualche Dirigente ha avuto la responsabilità di ben tre istituzioni, che spesso sono cambiate di anno in anno. È venuta quindi a mancare talora una pur minima continuità dirigenziale, con grave nocumento per le Istituzioni scolastiche che hanno dovuto accontentarsi di un Dirigente ”saltuario” (quelle sottodimensionate) o part time (quelle normodimensionate), perché non è stato possibile superare i veti incrociati, frutto di gretto campanilismo e di nepotismo elettorale.     
Finalmente sembra che quest’anno sia la volta buona! La Regione Molise  ha approvato nel mese di giugno le linee guida per province e comuni contenenti  criteri e modalità per la programmazione dell’offerta formativa e per il dimensionamento delle scuole; di conseguenza  le province di Campobasso e Isernia hanno presentato la loro proposta.
La Giunta regionale ha prospettato alcuni cambiamenti, specialmente per quanto riguarda la Provincia di Campobasso,  che, pur nella soggettività ricordata in premessa,  migliorano indubbiamente quanto presentato dalla stessa provincia, sia perché più rispondenti alle linee guida della Regione Molise, sia perché  più attente ad un giusto equilibrio tra le varie Istituzioni sia perché manifestano la dovuta attenzione a quella che è stata la storia del territorio.
È sicuramente condivisibile la scelta di scorporare la scuola primaria “ Enrico D’Ovidio” e la scuola secondaria di primo grado “Francesco D’Ovidio” (con le scuole satelliti San Vito, Via Tiberio, Tappino)   dall’Omnicomprensivo Convitto “M. Pagano” non solo per la loro storicità nel tessuto sociale del capoluogo, ma perché insistono su di un ambito territoriale diverso e servono un’utenza diversa; per di più rappresentano un “doppione” dei corsi di studio del Convitto che a lungo andare creerebbe un danno o per l’una o per l’altra istituzione. Unendo invece tra loro  la “Francesco D’Ovidio” e la “Enrico D’Ovidio” a formare un’istituzione autonoma, non solo si conserva una parte di storia della città, ma si dà un Dirigente Scolastico a scuole di  un territorio cittadino che presenta alcune complessità e criticità.
È ugualmente opportuno evitare un Istituto comprensivo (la Colozza) di 1307 alunni, che non solo sfora i parametri stabiliti dalla Regione (massimo 1250 alunni), ma rappresenterebbe un monstrum all’interno della città: ha fatto bene la Giunta a scorporare il plesso di  Via  d’Amato ed abbinarlo alle due “D’Ovidio”, perché la “Colozza” non viene penalizzata rimanendo con un numero consistente di alunni, ma nel contempo  viene rafforzata l’autonomia delle due “D’Ovidio”.
La stessa cosa, però, potrebbe essere fatta tra l’istituto comprensivo “Montini” e l’istituto comprensivo “Jovine”: il primo raggiunge 1050 alunni, l’altro solo 660, pochi per un autonomia duratura,  se si pensa che il minimo è 600 alunni. Sarebbe auspicabile staccare dalla “Montini” il plesso di contrada Mascione (di 73 alunni ) e aggregarlo alla “Jovine”: non si penalizzerebbe la prima che avrebbe comunque circa 950 alunni e si darebbe più consistenza alla “Jovine”, tanto più che il suddetto plesso insiste sullo stesso ambito territoriale della “Jovine”.
È perfetto infine l’abbinamento del Convitto “Mario   Pagano” con il Liceo classico “Mario   Pagano”, uno dei licei storici d’Italia e il più antico del Molise, non solo perché si ricostruisce un pezzo di storia di Campobasso e della Regione (sono stati separati negli anni Settanta per motivi logistici, tanto è vero che conservano lo stesso nome) , non solo  perché in tal modo si dà stabilità nel tempo ad una scuola sottodimensionata (il Convitto) annettendola ad una scuola normodimensionata (l’Istituto superiore “M. Pagano”),  ma anche per l’affinità didattica, pur nella differenziazione dell’offerta formativa,  tra le due scuole che presentano i corsi liceali classico, scientifico e scientifico di Riccia: sarà un istituto, per dirla con i latini, veramente alius et idem.
Indubbi miglioramenti sono stati apportati dalla Giunta regionale anche alle scuole della provincia; l’istituzione di un Omnicomprensivo a Campomarino cozzava con le linee guida della Regione Molise, che è una forma di abbinamento residuale per zone isolate o comunque difficilmente abbinabili, che certamente non è la situazione di Campomarino; lo stesso discorso vale per l’omnicomprensivo di Montenero di Bisaccia. Alla logica del giusto equilibrio tra le istituzioni e della riduzione degli istituti omnicomprensivi  risponde anche l’annessione del Liceo scientifico di Santa Croce a Casacalenda.
Sono evidenti dunque i miglioramenti apportati dalla Giunta regionale al piano presentato dalla provincia di Campobasso; naturalmente tutto è perfettibile e col tempo può essere migliorato, è importante però cominciare: “il cammino si fa camminando”, diceva Antonio  Machado. La cosa più deleteria è rimanere ancora in stallo. Del piano triennale, di un qualsiasi piano anche se imperfetto, ha assoluto bisogno la scuola  molisana. Il Consiglio regionale è chiamato alle proprie responsabilità, non è più possibile rimandare, il futuro della scuola è adesso. Basta calcoli ottusi e interessati. Diceva Alcide De Gasperi: “Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alla prossima generazione”. Il Molise ha assoluto bisogno di statisti.
                       
Il Coordinatore Provinciale
Prof. Michele A. Paduano

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