(Adnkronos) –
Un uomo di 88 anni, condannato a morte 56 anni fa, è stato assolto da un tribunale giapponese, dopo la scoperta che le prove utilizzate contro di lui erano false. Nel 1968, Iwao Hakamada era stato dichiarato colpevole di aver ucciso il suo capo, la moglie e i loro due figli adolescenti. Di recente gli era stato concesso un nuovo processo, in seguito al sospetto che gli inquirenti avessero falsificato le prove che avevano portato alla sua condanna.
Aver trascorso oltre mezzo secolo nel braccio della morte – scrive la Bbc – ha avuto un impatto pesante sulla salute mentale di Hakamada, tanto che non è stato in grado di presenziare all'udienza in cui è stata infine pronunciata la sua assoluzione. Il caso di Hakamada è una delle più lunghe e famose saghe legali del Giappone e ha suscitato un vasto interesse pubblico, tanto che circa 500 persone si sono messe in fila per accaparrarsi un posto nell'aula del tribunale di Shizuoka. Mentre veniva pronunciato il verdetto, i sostenitori di Hakamada fuori dal tribunale hanno esultato al grido di "banzai", "evviva". Hakamada, esentato da tutte le udienze a causa del deterioramento del suo stato mentale, vive affidato alle cure della sorella Hideko, di 91 anni, dal 2014, anno in cui è stato liberato dalla prigione e gli è stato concesso un nuovo processo. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Giappone, condannato a morte 56 anni fa: assolto per prove falsificate
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