La politica di accentramento che questa Giunta regionale sta portando avanti ormai da anni non solo non è mai stata condivisibile ma non è più sopportabile. Un atteggiamento accentratore di cui soffre la stessa maggioranza consiliare che oggi finalmente si accorge che Frattura e i suoi assessori, con la scusa del risparmio, hanno annientato la democrazia. Mi riferisco in particolare alla gestione degli enti regionali da cui il Consiglio regionale è stato completamente estromesso non solo a livello di nomine ma anche e soprattutto a livello di programmazione di politiche regionali sui temi di rispettiva competenza. Nelle sedute del massimo organo rappresentativo della democrazia popolare, infatti, non si è mai discusso di acqua, non si è mai parlato di ambiente, non ci si è mai confrontati sulle politiche sociali per fare in modo che i consiglieri indirizzassero la Giunta ad eseguire politiche che andassero incontro alle varie esigenze del territorio molisano e della sua popolazione.
La Giunta Frattura ha da sempre gestito tutto da padre padrone, concentrando la programmazione e l’esecuzione nelle mani di pochissimi soggetti, ossia gli assessori o i vari dirigenti regionali (che poi altro non sono che esponenti espressione della volontà politica della Giunta stessa).
Il tutto è avvenuto dietro la “falsa” ottica del risparmio, investendo però la stessa spesa in consulenze a gogò, esautorando e svilendo i poteri, i diritti e i doveri del Consiglio regionale e togliendo il ruolo di controllo alle opposizioni con l’eliminazione dei vari Consigli di Amministrazione. L’ultimo esempio lo abbiamo con la nomina dell’amministratore unico per la gestione dell’edilizia residenziale pubblica che sarebbe nominato, neanche a dirlo, dal Presidente della Giunta regionale.
Eppure, se si volessero trovare formule alternative nell’ottica del risparmio senza annientare la democrazia, le soluzioni non mancherebbero: si potrebbero conservare i CdA con una spesa ridotta all’osso o addirittura con cariche gratuite. Oppure, per quanto riguarda lo IACP, le funzioni di queste potrebbero essere tranquillamente trasferite alle Province (cosa che come centrodestra abbiamo proposto con l’emendamento presentato questa mattina in Consiglio regionale). Province che dopo lo svuotamento della riforma Delrio avrebbero bisogno di essere rianimate con nuove competenze e che darebbero più vivacità all’edilizia residenziale pubblica che di certo non può rimanere statica e non può essere materia dell’assessorato ai Lavori Pubblici che dovrebbe occuparsi di altro.
Michele Iorio