Da qualche settimana è partita una campagna mediatica contro le Province di Campobasso e di Isernia contestando ai Centri per l’Impiego di Termoli, Isernia e Campobasso, errori o ritardi nell’iscrizione, trasmissione o profilazione dei giovani NEET del Molise che hanno aderito al PIANO GARANZIA GIOVANI dell’Unione Europea. Il Ministero del Lavoro ha attribuito al Molise 7,6 milioni euro e la Regione ha incaricato correttamente le Province e le strutture pubbliche dei Centri per l’Impiego, con 823 mila euro, di occuparsi dell’adesione dei giovani e degli adempimenti operativi di iscrizione, profilatura e invio dei dati all’Agenzia Molise Lavoro, all’Università del Molise e agli altri soggetti pubblici e privati interessati.
Per chi è entrato anche una sola volta in un ex-ufficio di collocamento gestito da 20 anni dalle Province, è in grado di comprendere le difficoltà di queste strutture anchilosate che a livello nazionale avviano al lavoro poco più del 2% del totale dei lavoratori occupati per ogni anno.
Tutti sanno che i dirigenti provinciali con molti capiufficio sono già transitati nei comuni, alla regione e/o in altre amministrazioni, vista la Legge Delrio che ha soppresso le Province, impoverendo ed indebolendo ulteriormente i Centri per l’Impiego che sono stati costretti a cambiare i propri responsabili, come nel caso di Campobasso e Termoli, o che fanno capo al Direttore Generale della Provincia, come nel caso di Isernia.
Le professionalità a tempo indeterminato sulle politiche attive per il lavoro e nei servizi per l’impiego, sono in numero esiguo come qualsiasi inchiesta giornalistica seria potrebbe accertare recandosi in un qualsiasi Centro per l’Impiego delle Province, per via dei pensionamenti, dei trasferimenti e del coinvolgimento di dipendenti provinciali adibiti ad altre mansioni e ad altre attività di diversa tipologia professionale.
Ciò comporta una responsabilità aggiuntiva per i precari nei Centri per l’Impiego, poco più di 40 unità tra Termoli, Campobasso e Isernia, contrattualizzati dalle Province con i fondi comunitari.
Persone che lavorano da anni in regime di precarietà permanente e che rischiano con la soppressione delle Province di non avere certezze per il futuro. Persone che si sobbarcano l’onere di lavorare con le Province con contratti a termine sempre in scadenza, con una provvisorietà che nel caso della Provincia di Isernia si somma con i ritardi ai pagamenti degli stipendi.
Ma come si fa a sparare quotidianamente su questi lavoratori precari provinciali senza fermarsi un attimo a riflettere sulle condizioni amministrative in cui si trovano le Province da cui dipendono i Centri per l’Impiego?
L’obiettivo da perseguire è il superamento di questa precarietà, con l’approntamento di servizi pubblici per il collocamento statali, uniformi sul territorio nazionale, in cui ci siano operatori a tempo indeterminato in numero pari almeno alla metà di quelli tedeschi. Si può pretendere in Italia, da 7 mila addetti che dipendono da Enti soppressi per legge, come le Province, la stessa qualità del lavoro di 120 mila addetti dei Centri per l’Impiego della Germania?
Nicola Palombo
Coordinatore Regionale SinistraDem
Assemblea Nazionale Partito Democratico