“C’è un dato, riportato su tutti i quotidiani di settore nei giorni scorsi: i consumi delle carni avicole sono in netta crescita. Un giro d’affari che ha raggiunto una quota che supera i 5 miliardi, giusto per dare l’idea. Ebbene, invece di ragionare su un piano condiviso che possa ridare speranze ai lavoratori e magari iniziare a lavorare per ‘rimettere in moto’ in tempi celeri la macchina produttiva, si è scelta un’altra strada. Quella della ‘ristrutturazione’, che dovrebbe durare 16 mesi. Tanti. Troppi. Un black-out totale. Un piano, quello di rilancio, che non convince nessuno”.
A parlare è il consigliere di minoranza, Angiolina Fusco Perrella, che in una nota evidenzia i tanti dubbi e le perplessità sulla Gam e il paventato rilancio della filiera avicola.
“Al momento non c’è nulla di operativo. La ristrutturazione riguarderà tutti i settori e, fattore assolutamente da non sottovalutare, circa 70 persone, in esubero, saranno mandate a casa. Ad essere penalizzata è l’intera filiera”.
Ad inizio del mese di novembre era stato detto che ormai si era sulla strada del pieno recupero. E invece, come poi è andata precipitando la situazione, è noto a tutti.
“Ciò che è accaduto – continua la Fusco – è sotto gli occhi dell’intera cittadinanza molisana. I lavoratori, ormai allo stremo ed impotenti, hanno assistito ad una marea di promesse, puntualmente disattese; ed ora devono sperare che vada almeno a buon fine il percorso che porterebbe alla cassa integrazione. Persone, i lavoratori, minati nella propria dignità. Gli attuali esponenti di maggioranza – incalza ancora la Fusco Perrella – avevano, grazie alla precedente amministrazione (e poco importa se non lo ammetteranno mai) un piano di rilancio valido e soprattutto chiaro e definito.
Ma il troppo tempo fatto trascorrere ha portato al risultato attuale: trasportatori, allevatori, cassintegrati, insomma, centinaia di famiglie ormai versano in una situazione drammatica.
Forse, e sottolineo forse, avrebbero meritato risposte di ben altro tenore.
Quella della cooperativa appare una proposta ‘macchinosa’ e per la sua attuazione, mi auguro di essere smentita con i fatti per il bene di tutte le famiglie coinvolte, ipotizzo non poche difficoltà, facilmente intuibili da chiunque.
C’era bisogno – conclude la Fusco Perrella – di soluzioni concrete che dovevano avere come fine quello di provare perlomeno a lavorare per rimettere in moto, in tempi relativamente brevi, la filiera”.