Solo poche settimane fa l’Istat aveva lanciato un preoccupante campanello d’allarme sul disagio sociale e sul dilagare del fenomeno della povertà nella nostra regione; una preoccupazione ribadita dai dati recentemente rilasciati dal Sole 24 Ore, che in maniera eloquente sentenziano come i cittadini molisani siano sempre più poveri, con un calo vertiginoso del reddito medio percepito, di poco superiore ai 15 mila euro rispetto alla media nazionale di 20 mila.
Così, come se non bastassero un’incidenza della povertà relativa al 21,5%, a fronte di una media nazionale del 10,4%, una soglia di individui in condizione di grave deprivazione al 9,9% e il 33% della popolazione molisana a rischio povertà, dobbiamo aggiungere in questa lista nera altri dati fortemente negativi che, come una spada di Damocle, delineano una regione al collasso, per la quale la ripresa sociale assomiglia oramai sempre di più ad una chimera, anche a causa di scelte governative che non si sono dimostrate idonee a dare le giuste risposte, nonché troppo spesso attivate con notevole ritardo.
Nella provincia di Campobasso il numero di contribuenti è sceso del -8,86%, mentre in quella di Isernia il calo è ancora più evidente visto che parliamo del -9,05%; numeri allarmanti che nel panorama nazionale sono dietro solamente a quelli della provincia di Vibo Valentia, e che delineano una profonda difficoltà nella nostra regione soprattutto per quanto riguarda il ceto medio, oramai quasi completamente scomparso evidenziando una profonda forbice all’interno della nostra società tra le varie classi sociali.
Di fronte a tutto ciò il Governo regionale non si è dimostrato pronto a programmare le scelte migliori per la popolazione molisana, soprattutto in tempi rapidi e con interventi decisi; purtroppo gli esempi sono sotto gli occhi di tutti, a partire dalla scelta non ponderata di non prevedere nessun intervento nel settore sociale all’interno del Patto per il Molise, soprattutto in considerazione del netto taglio che il Molise ha subito dal punto di vista dei fondi europei, nel caso specifico il Fondo Sociale Europeo.
A questo si aggiunga l’inspiegabile ritardo con cui si sta procedendo nel predisporre e bandire gli avvisi pubblici a valere sulla nuova programmazione, e vedremo presto anche quelle che saranno le risultanze del prossimo Comitato di Sorveglianza in merito a questo aspetto, visto il blocco totale di alcuni settore strategici per la crescita del Molise e dei suoi cittadini, ossia quello della formazione. Ricordiamo che l’obiettivo tematico 9 del POR FSE 2014/2020 prevede una serie di interventi importanti di contrasto alla povertà, con una dotazione finanziaria complessiva di 12 milioni di euro, eppure solamente lo scorso 24 maggio 2017 è stato finalmente pubblicato il primo avviso destinato a persone in condizioni di difficoltà economica. Un bando da 3 milioni di euro con il quale saranno finanziati 909 tirocini della durata di 6 mesi, e già da questi dati è evidente che non può essere solamente questa la risposta all’emergenza sociale della povertà, che anzi necessiterebbe di altri interventi di rilievo soprattutto per rilanciare il mercato del lavoro che da troppo tempo ristagna.
Ancora una volta torniamo a sollecitare di precedere con celerità nell’attuazione di tutti quegli interventi idonei a garantire equità sociale ai cittadini, perché la povertà e il disagio sociale toccano oramai tante, troppo famiglie molisane, e di passo quale sarà davvero difficile delineare una ripresa per il Molise.
Angela Fusco Perrella