Visto tutto quelle che sta accadendo nelle ultime settimane forse giova a tutti noi andare a rivedere le norme statutarie e regolamentari della nostra regione, visto che dopo quattro anni e mezzo di questa legislatura assistiamo a continui prevaricamenti di ciò che è previsto dalla disciplina, e che costantemente viene disatteso con un unico risultato: l’esautoramento del ruolo del Consiglio regionale, una volta luogo di incontro, sintesi e discussione oramai ridotto a mero esecutore, nonché spettatore, delle volontà altrui.
Tagliato fuori da ogni decisione in tema di sanità, escluso dall’esercizio dell’attività programmatoria a esso attribuita, ora la dignità dell’assise consiliare e dei Consiglieri regionali che la rappresentano è stata colpita anche sul versante dell’iniziativa legislativa.
Dapprima in merito alla proposta di legge presentata dal Presidente Cotugno per la coltivazione e il commercio del tartufo, sulla cui validità e necessità avremo modo di discutere nei luoghi deputati, ossia la Commissione consiliare competente e il Consiglio regionale, abbiamo letto frasi come “abbiamo recepito le indicazioni delle associazioni degli operatori del settore” oppure “si è pertanto inteso intervenire con alcuni emendamenti alla riformulazione di alcune previsioni normative della proposta di legge”; affermazioni di una gravità assoluta perché rilasciate ancora prima che il testo cominciasse il suo iter nella Seconda commissione, difatti solo ieri è stato nominato il relatore, e quindi i lavori consiliari nonché il ruolo che spetta ad ogni Consigliere regionale hanno lasciato il posto a riunioni in uffici privati legittimate a dire ciò che è bene e ciò che è male per il settore tartufi della nostra regione, una delle grandi ricchezze del nostro territorio.
Non meno grave il fatto che il Governatore regionale si assuma la paternità di proposte di legge presentate e sottoscritte dagli stessi Consiglieri regionali facendole passare come una “nostra proposta di legge” o “uno nuovo impegno della Regione”, appropriandosi di meriti e funzioni che non gli competono.
La verità è che, purtroppo, si sta andando incontro a una vera e propria deriva istituzionale che, come già accaduto per la Sanità, non avrà altro che conseguenze negative per il Molise, già duramente messo in difficoltà dalle scelte operate negli ultimi anni dall’attuale Governo regionale.
ANGELA FUSCO PERRELLA