«Romperemo l’isolamento storico del Molise», «Ci impegneremo a migliorare il servizio ferroviario»,«Velocizzeremo l’accesso al sistema Alta velocità». Di questi impegni, presi dal Presidente Frattura a inizio legislatura, nel corso degli ultimi due anni e mezzo abbia francamente perso le tracce, in una situazione nella quale il sistema delle infrastrutture molisane è andato sempre più peggiorando, non riuscendo a garantire ai cittadini molisani un servizio globale efficace ed efficiente.
È necessario migliorare e mettere in sicurezza le strade molisane, in più parti totalmente disastrate, è necessario uscire dall’empasse generale del trasporto pubblico su gomma, bloccato tra sentenze del TAR, scioperi delle compagnie di viaggio e difficoltà della Regione nell’assicurare i pagamenti, ma soprattutto occorre migliorare la linea ferroviaria molisana in tutte le direttrici, sia per Roma sia per Napoli sia per la dorsale adriatica.
In questo contesto già fortemente critico l’addio definitivo al progetto dell’Autostrada del Molise, certificato dal Governo Frattura e dall’Anas, in maniera quantomeno incauta, segna un ulteriore duro colpo per la ripresa economica e produttiva di un territorio che oramai da mesi si trova in uno stato di difficoltà dal quale non sembra più riuscire a riemergere.
Un’opera fortemente voluta dall’allora Governo di centrodestra per permettere al Molise di uscire dallo stato di isolamento, un finanziamento da 171 milioni che il Presidente Frattura ha deciso di riprogrammare per la realizzazione di opere non strategiche, tra tutte la nuova sede della Regione e la metropolitana leggera.
Oppure si pensa che la risposta a tutti i problemi della viabilità molisana e ai reali bisogni di mobilità urbana ed extraurbana dei cittadini sia la metropolitana leggera? Soprattutto come si concilia l’idea di rilancio economico della nostra regione, di rottura dell’isolamento, con questa opera, della quale non si comprende la reale utilità?
Senza poi dimenticare la situazione disastrata della nostra rete ferroviaria; è possibile che a oggi il Molise sia tra le poche regioni ancora prive del sistema dell’Alta velocità?
È possibile che la tratta per Napoli abbia una frequenza molto ridotta, quando invece potrebbe essere un’importante via di collegamento?
È possibile che la tratta Campobasso – Roma sia soggetta a continui disservizi, a fermate prolungate, a scarse condizioni igienico-sanitarie, a un livello di decoro e pulizia inadeguati, a condizioni di trasporto da terzo mondo, come se i cittadini molisani fossero di serie B? In proposito l’Assessore Nagni ha detto di aver sollecitato Trenitalia a rispettare gli standard previsti dal contratto di servizio, ci chiediamo se in questo caso più che un sollecito, il Governo regionale avesse potuto fare un’azione più incisiva per portare presso i vertici di Trenitalia il malcontento delle centinaia di pendolari che usufruiscono di quella tratta quotidianamente, e che hanno il diritto di vedersi rispettati come i viaggiatori di tutte le altre regioni.
Da parte nostra più volte abbiamo cercato di stimolare il Governo regionale ad assumere una posizione forte, abbiamo chiesto di mettere in campo le azioni necessarie per la tutela di chi viaggia sulle ferrovie molisane, di dare al Molise gli strumenti necessari per uscire dall’attuale e oramai atavico isolamento, di rivedere in toto il contratto di servizi con Trenitalia, scaduto lo scorso 31 dicembre 2014. Almeno su quest’ultimo punto siamo contenti di essere stati ascoltati dal Presidente Frattura e dall’Assessore Nagni, che hanno deciso di non rinnovare con Trenitalia e di avviare una procedura ad evidenza pubblica, un passaggio che si preannuncia lungo a causa di una burocrazia che in materia è piuttosto articolata.
Resta il fatto che la Regione non può permettersi di perdere ulteriore tempo, ma anche sul piano della viabilità presentato da Frattura e Nagni, con fondi del FSC 2007-2013 già programmati dal precedente Governo regionale, che avrebbe dovuto rispondere alle emergenze territoriali, con il quale si sarebbe dovuta potenziare in primis proprio la rete ferrata, riscontriamo un procedere lento, a fronte della scadenza del 31 dicembre 2015, data entro la quale le opere devono essere cantierate.
È possibile che in termini di programmazione europea per il miglioramento delle infrastrutture viarie il Molise sia così in ritardo rispetto alle altre regioni italiane?