Francesco Totaro: “Sulla sanità bisogna condurre una battaglia unitaria”.

Come noto ormai, entro qualche mese il Decreto Balduzzi assumerà il profilo di Legge dello Stato alla quale le Regioni dovranno adeguarsi. Un decreto che allo stato attuale prevede una serie di tagli ai servizi sanitari che non tiene conto di alcuni specifici parametri territoriali, anagrafici ed epistemologici ma che guarda solo al numero di abitanti. Ciò che ne consegue è che il Molise sarà praticamente martoriato da una omogenea riforma del servizio pubblico ospedaliero.

Infatti, stando alle attuali disposizioni, tutti i nosocomi regionali minori, Larino, Venafro e Agnone andrebbero verso una inesorabile cancellazione, mentre Termoli e Isernia sarebbero ridotti all’osso in termini di prestazioni e servizi.

Nello specifico, il Basso Molise pagherebbe il prezzo più alto sull’offerta ai cittadini, visto un ipotizzabile azzeramento del Vietri di Larino ed una drastica riduzione dei reparti del San Timoteo di Termoli.

A tal proposito, su quest’ultimo presidio, rischiano di esser chiusi alcuni reparti quali Ginecologia, Pediatria, Otorino, Urologia ed anche Ostetricia-Ginecologia, che rappresenta l’ultimo punto nascite di un’intera area. Anche questo infatti è nel mirino dei tagli, considerato il parametro delle 500 nascita annue utile a mantenere tale presidio e che l’Ospedale di strutture private che in qualche modo potrebbero compensare le lacune che di li a breve si avranno in termini di assistenza.

Ed il tutto senza dimenticare che l’area costiera molisana nei periodi estivi vanta un incremento di utenti elevatissimo, considerate le decine di migliaia di turisti che presenziano nelle località balneari e che già oggi subiscono spesso dei disservizi nei reparti di primo soccorso e di breve degenza.

Così non dovrà essere e la politica tutta e tutte le Istituzioni devono fare in modo di scongiurare tali evenienze. Non è più tempo di contrapposizioni politiche di disegni territoriali, campanilistici e di scontro dialettico su chi ha fatto cosa e quando.

E’ il momento di agire con decisione e intraprendere tutte le azioni necessarie pur di fermare questa mannaia violenta e antidemocratica. Siamo pronti a dialogare con tutti quanti hanno cuore questo tema, e ne sono ovviamente tantissimi, svestendoci da casacche che poco servono in questi momenti delicati. Così come accadeva nei decenni passati, dunque, è l’ora di essere uniti nella lotta che non deve più avere politica e cittadini contrapposti, ma tutti uniti in opposizione ad un Governo che non vuole tener conto dei diritti costituzionali di una Regione che soffre un territorio privo di collegamenti efficienti e geograficamente difficile.

Ben vengano le ristrutturazioni, le revisioni della spesa, il risparmio ed anche dei tagli, purché siano intelligenti e sostenibili. E prima di intaccare il servizio pubblico non si tema una riduzione del sistema privato, così come promesso in campagna elettorale. Non possiamo, comunque, assistere a chiusure di interi presidi pur di far tornare i conti.

Il tempo per intervenire è sempre meno e il popolo molisano è giustamente in allarme. Sta a noi allora recepire questi forti segnali ed agire sugli organi competenti, magari anche intraprendendo iniziative di collaborazione concreta con le Regioni limitrofe per creare eventuali soluzioni alternative alla chiusura. In special modo con il vicino Abruzzo, con il quale si deve ragionare per formalizzare accordi favorevoli alle due regioni e che permettano di schivare e bypassare i numeri imposti dai Decreti.

L’impegno mio personale, del Gruppo che rappresento e dell’intera maggioranza sarà totale, con l’auspicio che tutte le parti politiche siano con noi in questa battaglia di civiltà.

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