Riceviamo e pubblichiamo
Vale la pena tornare sulla questione “Fondazione Macte” per evidenziare, oltre a quelli già rilevati nel mio intervento precedente dal titolo “Una Fondazione senza Fondamenta”, altre due gravi pecche e un paradosso.
A una lettura attenta dell’Atto Costitutivo non può sfuggire quanto previsto all’art. 7 che recita: “Quali membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, per i primi due esercizi in deroga alle norme previste dall’articolo quattordici dello Statuto allegato e per lo svolgimento di compiti di amministrazione ordinaria in attesa della nomina degli organi previsti dallo stesso Statuto, vengono denominati i signori:
il Sindaco di Termoli, qui costituito;
un componente designato dal Sindaco;
l’Amministratore Unico della società …………” dott. ……….., qui costituito; “…………………. Vene nominato, inoltre, Presidente pro tempore, il Sindaco di Termoli che rimarrà in carica sino
alla nomina del nuovo Presidente secondo le norme previste dallo Statuto ……………………..”
All’atto pratico questo significa una cosa sola, che il Sindaco Sbrocca si assicura in questa maniera due anni di presidenza, anche in caso di mancata rielezione. Una furbata colossale che gli consentirebbe comunque di rimanere a galla. Un regalo di fine mandato che si è auto donato grazie ad una maggioranza consiliare completamente succube e che non riesce neanche a leggere correttamente gli atti da votare.
Andando invece all’articolo undici dello Statuto che stabilisce gli Organi della Fondazione si legge non senza stupore che il Comitato Scientifico-Culturale non è un organo obbligatorio e cioè presente tassativamente, ma soltanto facoltativo.
Essendo questo Comitato un Organo fondamentale in qualsiasi istituzione culturale, indipendentemente dai reali poteri decisionali, l’averlo, di fatto, cancellato la dice lunga sul tipo di gestione che si ha in mente: verticistica, privatistica e di corto respiro.
Ritenere facoltativa la presenza di un Comitato Scientifico-Culturale all’interno degli Organi della Fondazione è indicativo, inoltre, di una volontà gestionale legata più a una visione economica del patrimonio artistico che alla sua valorizzazione culturale in senso lato. Un Comitato Scientifico, infatti, garantirebbe la conservazione integrale delle opere del Premio Termoli e il completamento delle parti mancanti con oculate operazioni di acquisto e di scambio con altre realtà museali e indicherebbe la giusta strategia di divulgazione e comunicazione per la sua valorizzazione in ambito nazionale e internazionale. Avere nomi di prestigio nel Comitato Scientifico significherebbe inoltre ribadire con autorevolezza l’importanza della Collezione, e avere anche ai fini di un turismo culturale la garanzia di un bene importante che varrebbe la pena di conoscere.
Qual è, infine, il paradosso che fa crollare l’intera impalcatura sulla quale si regge tutta l’operazione Macte? La situazione paradossale di cui si vuole negare l’esistenza che a Termoli non esiste un complesso edilizio sufficientemente capiente, adeguatamente articolato e funzionante in grado di ospitare la numerosissima Collezione delle opere del Premio Termoli e renderla fruibile con tutte le funzioni necessarie per le attività tipiche di un moderno Museo o di una Pinacoteca.
A titolo puramente didattico-informativo riassumo brevemente gli elementi costitutivi di un Museo.
Dovrà innanzitutto essere presente un ingresso principale visitatori completo di guardaroba e servizi, con una sezione cataloghi che permetterà di effettuare controlli sugli afflussi. Il locale successivo dovrà invece essere un locale filtro di smistamento in modo che i visitatori possano leggermente disperdersi. Altri elementi essenziali che costituiranno un museo sono: la sala convegni e conferenze, la biblioteca, le sale di esposizione (sia temporanee che permanenti), gli uffici, la direzione e naturalmente anche i bagni. Non potranno infine mancare i magazzini ed i depositi tecnici dove conservare ed effettuare la manutenzione del materiale e degli impianti.
E’ evidente a tutti che questi elementi mancano allo strombazzato Macte che non li possiede né li potrà mai possedere vuoi per le dimensioni più che ridotte, vuoi per vizi intriseci di progettazione che ne fanno un edificio poco fruibile, buono al massimo per essere usato come Sala di Conferenze.
Se ne prenda definitivamente atto. L’uscente Amministrazione Comunale è caparbiamente concentrata sulla svendita programmata del suolo termolese: l’ultimo esempio è quello della cessione a privati al prezzo di saldi dei plessi scolastici dell’ex Istituto Nautico e Scuola Media Schweitzer.
Sarà compito quindi della prossima Amministrazione Comunale quello di fare in modo che sia risolta la gravissima mancanza di strutture indispensabili per la crescita culturale. Una città in cui non esiste una Biblioteca degna di questo nome, un Museo, un Teatro, un Auditorium è una sorta di “non città”.
Nino Barone