Venerdì 19 luglio, alle ore 21.15, il cantautore milanese Foma Fomic presenta a Milano, nella splendida Villa Pallavicini, un concerto tributo a Luigi Ciarlantini, storico difensore del Campobasso Calcio nei primi anni Ottanta. Con la partecipazione del giornalista Francesco Andrea Brunale e Marco D’Avanzo di Soccerdata.
Ingresso libero.
Per conquistare la maglia da titolare un calciatore ha un solo imperativo: segnare dei gol. Anche se gioca in difesa, come è successo nei primi anni Ottanta a Luigi Ciarlantini, prestante e tenace terzino sinistro del Campobasso Calcio, che portò la squadra a un passo dalla promozione in serie A. All’epoca Ciarlantini aveva capelli ricci e lunghi che lo facevano assomigliare più a Robert Plant, indimenticabile cantante dei Led Zeppelin, che ad un calciatore. Ma aveva un fisico dirompente. E, sebbene fosse un destro naturale, quando scendeva sulla fascia mancina, la sua zona di competenza per disposizione tattica, arava letteralmente il terreno.
Venerdì 19 luglio, a distanza di oltre trent’anni, il cantautore milanese Foma Fomic (al secolo Giovanni D’Avanzo) renderà omaggio a questo protagonista del calcio italiano con un concerto in suo onore a Milano, nella splendida cornice di Villa Pallavicini, dal titolo “Sognando Ciarlantini”.
Accompagnato da Stefano Mora al basso, Matteo Grigolini alla chitarra classica e Marina Ladduca ai cori, Foma Fomic presenterà una selezione di canzoni tratte dal suo repertorio e l’Inno di Ciarlantini, un tributo all’ex giocatore rossoblu scritto e musicato nel 1984 da Marcello Pardieri con la collaborazione di Paolo Margherit.
Ospiti d’eccezione, Francesco Andrea Brunale, autore del libro Campobasso. Una porta per la serie A (2019, Bertoni editore), e Marco D’Avanzo di Soccerdata, uno dei massimi esperti di statistiche calcistiche a livello europeo.
“Sognando Ciarlantini” sarà infatti una serata all’insegna della musica e tanti aneddoti per ricordare la carriera di un formidabile giocatore che ancora oggi può essere d’esempio per tutti, perché – come scrive Franco Mancini nella prefazione al libro di Brunale – “rappresenta la vittoria dell’umiltà, della tenacia a volte anche del caso che spalancano le porte del Paradiso calcistico (ma anche di altri mestieri), quando meno te l’aspetti dopo aver sudato e atteso la grande occasione”.