Sono risultati “fortemente inquinati” i tre prelievi effettuati dal laboratorio mobile di Legambiente in Molise. Sotto accusa ancora una volta foci dei fiumi e canali, che dimostrano delle carenze depurative, risultato di un insufficiente trattamento dei reflui che interessano non solo la costa ma anche i comuni dell’entroterra. I tre campionamenti sono stati effettuati alla foce del canale presso la spiaggia di Rio Vivo in località Marina (Termoli); alla Foce del fiume Biferno (Campomarino) e alla foce del fiume Tecchio (Petacciato). Si pone, quindi, come azione prioritaria, secondo Legambiente, un’indagine da parte di Regione e amministrazioni comunali allo scopo di individuare le cause e risolvere le criticità presenti da anni sulla costa molisana.
È questa la fotografia scattata dalla celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che ieri e oggi ha fatto tappa a Termoli. L’istantanea regionale sulle acque costiere dell’equipe tecnica della Goletta Verde è stata presentata questa mattina, in conferenza stampa al porto di Termoli da Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente, Pasquale Lollino, presidente Centro azione giuridica Legambiente Molise e Manuela Cardarelli, vicepresidente Legambiente Molise e alla presenza di Filomena Florio, assessore all’Ambiente del Comune di Termoli, e Maria Lucia Colì, Capitaneria di Porto Termoli.
L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è quello di individuare i punti critici di una regione, analizzando il carico batterico che arriva in mare. Anche nel caso del Molise, dunque, l’attenzione è stata focalizzata soprattutto alle foci e in tratti “sospetti” segnalati dai cittadini, attraverso il servizio SOS Goletta (www.legambiente.it/sosgoletta). Legambiente, è bene ribadirlo effettua un’istantanea che non vuole sostituirsi ai monitoraggi ufficiali e non assegna patenti di balneabilità. È evidente, però, che i punti critici evidenziati dai nostri monitoraggi in Molise meritano un approfondimento da parte degli enti competenti.
Questo, nonostante, ed è bene specificarlo, nessun agglomerato urbano molisano – caso unico in Italia – è stato inserito nella nuova procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea ai danni del nostro Paese per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane.
I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente il giorno 24 luglio. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come“inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. I giorni che hanno preceduto i campionamenti sono stati caratterizzati da pioggia e questo può avere influito sulla qualità delle acque campionate. Le condizioni meteorologiche non possono però essere un alibi.
“Anno dopo anno continuiamo a riscontrare le stesse criticità nei punti di campionamento presi in esame lungo la costa molisana – dichiara Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente-. Senza volerci sostituire alle autorità competenti o alimentare controproducenti polemiche, notiamo che anche quest’anno le foci dei fiumi e dei canali risultano balneabili sul Portale delle Acque, il sito gestito dal ministero della Salute, realizzato grazie all’elaborazione dei dati dell’Arpa e delle Regioni. Lo scorso anno ci fu fatto notare che i tratti di mare presi in esame dai nostri tecnici erano interdetti alla balneazione. Al momento, però, tutti e tre i punti risultano idonei alla balneazione e con un profilo eccellente. Vorremmo una volta per tutte che Regione, Arpa, Comuni e ministero della Salute facessero chiarezza su questa situazione, lavorando non solo su un necessario adeguamento della depurazione, ma anche e soprattutto, a brevissimo termine, sulla corretta informazione a bagnanti e cittadini. E questo non solo attraverso il Portale delle acque che dovrebbe essere il punto di riferimento per i bagnanti, ma anche attraverso adeguata cartellonistica sulla qualità dei singoli tratti da mare. Da quest’anno, infatti, la normativa sulla balneazione prevede l’obbligo da parte dei comuni di apporre cartelli informativi circa la qualità delle acque, secondo standard europei, cartelli di cui non c’era ancora traccia nelle aree campionate da Goletta Verde”.
Quello della depurazione non è l’unico problema messo in luca da Goletta Verde. Secondo il dossier “Mare Monstrum” di Legambiente, infatti, nonostante una superficie costiera di soli 35,4 km, nel 2013 sono state accertate dalle forze dell’ordine e dalla Capitaneria di Porto ben 182 infrazioni a danno del mare e del litorale, con 197 persone denunciate e arrestate e 31 sequestri effettuati. In pratica 5,1 violazioni per ogni chilometro di costa, un dato che piazza il Molise al secondo posto in Italia nella classifica del mare illegale, dietro soltanto alla Campania (con 5,2 reati ogni km). A crescere sono anche le illegalità connesse con l’inquinamento del mare e delle coste. Al centro delle operazioni delle forze dell’ordine ci sono la mala depurazione, gli scarichi abusivi, i reflui fognari che confluiscono direttamente in mare: nel 2013 in Molise sono state accertate 59 reati con 70 persone denunciate e arrestate e 18 sequestri effettuati. Così come in crescita è la pesca di frodo: 68 le infrazioni accertate e altrettante le persone denunciate.
“Numeri che se da un lato segnalano l’ottimo lavoro svolto dalle forze dell’ordine e dalla Capitaneria nella nostra regione, dall’altro fanno riflettere sull’attenzione sempre maggiore che va posta per fermare l’avanzata di reati lungo le coste e a danno del mare – dichiara Manuela Cardarelli, vicepresidente Legambiente Molise -. Ecco perché occorre finalmente aprire una nuova fase di attenzione al mare e alle coste molisane, troppo spesso abbandonate al loro destino. Da un lato chiediamo che ci si adoperi affinché Regione e Comuni possano mettere in agenda la sfida di migliorare la depurazione. Dall’altro che vi sia una maggiore tutela delle aree ancora libere dall’urbanizzazione e da una nuova qualità dell’intervento sul patrimonio esistente. Lo andiamo ripetendo da anni: servono risposte coraggiose e lungimiranti da parte degli amministratori per porre rimedio alla cattiva gestione del territorio e un eccessivo e dissennato consumo di suolo che purtroppo ha caratterizzato questa terra negli ultimi decenni”.
La sicurezza in mare torna ad essere uno dei temi caldi. Il trasferimento della Concordia ha riacceso, infatti, l’attenzione sui rischi derivanti dagli oil spills. Il passaggio della Goletta Verde in Molise è stata anche l’occasione per presentare l’idea progettuale di un dispositivo operativo antinquinamento, in mare e sulla costa. L’esperimento nasce dalla sinergia tra le squadre di protezione civile di Legambiente, specializzate nella bonifica delle coste colpite da idrocarburi, e la Guidotti srl, la quale si è recentemente dotata di un dispositivo skimmer per la sua flotta navale. La sperimentazione , che sarà rivolta a tutti i comuni costieri molisani, permetterà di avere a disposizione uno strumento efficace, in grado di integrarsi perfettamente con le forze operative demandate per questo compito, al fine di fronteggiare adeguatamente il rischio di contaminazione del mare e della costa.
Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche il corretto smaltimento degli olii esausti. Proprio per questo anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che da 30 anni si occupa della raccolta e del riciclo dell’olio lubrificante usato su tutto il territorio nazionale, è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega Elena Susini, responsabile della Comunicazione del Coou. L’olio usato si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Lo scorso anno in Molise il COOU ha raccolto 1.027 tonnellate di olio usato – 918 in provincia di Campobasso e 109 nel territorio di Isernia – evitandone così lo sversamento nell’ambiente.