Presso lo stabilimento Proma, uno dei più grandi dell’intero Nucleo aziendale di Pozzilli, dieci giorni fa si è tenuto il referendum tra gli operai sull’Accordo sottoscritto a livello nazionale da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, Il Testo unico sulla Rappresentanza. Hanno votato in 121: 98 i “no”, 14 “sì”( bianche o nulle le altre schede). I lavoratori della Proma, quindi, hanno bocciato l’intesa del 10 gennaio, che aderisce al principio maggioritario (l’accordo sottoscritto dal 50% più uno dei sindacati, sia a livello nazionale che aziendale vincola tutti i sindacati e tutti i lavoratori ),prevede sanzioni pecuniarie per i rappresentanti sindacali, introduce l’arbitrato interconfederale in sostituzione dell’autonomia delle singole categorie e altre limitazioni delle libertà sindacali, in contrasto con la recente sentenza della Corte costituzionale sulla Fiat, in violazione dell’articolo 39 Costituzione, ai sensi del quale ‘l’organizzazione sindacale è liberà.
Nonostante il pronunciamento contrario dei lavoratori , il prossimo 29 aprile le elezioni per il rinnovo della Rappresentanza sindacale unitaria si svolgeranno senza il candidato della Fiom. Nicandro Iannarelli non potrà essere confermato perché la commissione, composta da sindacalisti della Fim Cisl, della Uilm Uil e della Ugl di categoria, nonché da un comitato di lavoratori, ha stabilito che il candidato della Fiom non potrà partecipare, in quanto il sindacato non ha riconosciuto l’Accordo del 10 gennaio 2014.
La FIOM non si arrenderà e farà immediatamente ricorso alla commissione dei garanti presso l’ufficio provinciale del lavoro e poi, eventualmente, anche al giudice del lavoro. Attende, però, anche la risposta degli operai, che solo dieci giorni fa a maggioranza hanno dimostrato di non volere quell’accordo. Oltre agli altri danni, potrebbero subire la beffa di vedersi privati anche del loro rappresentante sindacale in azienda.
Nel denunciare la gravità di quanto sta accadendo, la FIOM fa appello a tutti i sinceri democratici, nella convinzione che il vero cambiamento, nel nostro paese, consiste nel dare piena attuazione alla Costituzione Repubblicana, nata dalla Resistenza al Fascismo, e non dalla sua sistematica manomissione, a partire dalle Libertà sindacali e dal diritto dei lavoratori di poter scegliere da chi farsi rappresentare.