“Il denaro se lo usi bene è il tuo schiavo; diversamente sarà il tuo padrone” (pecunia si uti scis ancilla, si nescis domina). Il gruppo “Pace e Mondialità”, impegnato ormai da diversi anni nell’opera di sensibilizzazione e sollecitazione delle giovani generazioni sui temi dell’intercultura, della pace e dell’economia solidale, ritiene che la scuola sia un canale insostituibile per lanciare i semi di una mentalità nuova nei ragazzi, per educarli a stili di vita e di consumo corretti, a un agire economico orientato, ad un’informazione critica, ad un uso intelligente e solidale delle risorse del pianeta. La scelta del tema oggetto dell’incontro “la Finanza Etica” muove dalle sollecitazioni di Papa Francesco contenute nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium (Economia e distribuzione delle risorse): “… la dignità di ogni persona umana ed il bene comune sono questioni che dovrebbero strutturare tutta la politica economica… La carità è il principio non solo delle micro-relazioni – rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni, rapporti sociali, economici, politici”. Tale principio va declinato anche “con la solidarietà mondiale, la distribuzione dei beni, con il lavoro, la dignità dei deboli e l’impegno per la giustizia”. Un’occasione di riflessione, dunque, per comprendere meglio come lo sviluppo distorto del mondo finanziario – la finanziarizzazione dell’economia – abbia contribuito al nascere dell’odierna crisi economica, sociale e valoriale: quali soluzioni a contrasto possono essere utilizzate? “cominciare a insegnare l’economia ai bambini, perché crescano armati degli utensili giusti, perché nessuno li possa ingannare con il linguaggio oscuro comprensibile solo ai tecnocrati”. In termini moderni la Finanza etica, o per meglio dire l’etica nella finanza, quale presa di coscienza, nasce intorno agli anni ’20, storicamente, invece, è questione che possiamo far risalire alla fondazione delle prime Banche, ad opera dei Francescani, in contrasto con i Banchi dei famosi banchieri, la cui politica di gestione del denaro non teneva certo conto delle esigenze di vita dei poveri. L’etica e l’utilizzo del denaro per una crescita economica sociale e umana sono i principi alla base di diverse istituzioni nate successivamente: le Casse di Risparmio, le Casse rurali, le Banche Cattoliche, solo per citarne alcune. La prima Banca Etica nasce in Olanda nel 1978. In Bangladesh, nella seconda metà degli anni ’70, è costituita, per opera dell’economista M. Yunus, la prima Banca che utilizza sistemi di Microcredito e di Microfinanza. Per Finanza Etica s’intende: un modo di fare finanza che pone al centro della propria attività la persona umana – aspetto peculiare della finanza etica; che presta attenzione alle conseguenze non economiche delle azioni economiche; che considera illegittimo l’arricchimento basato sul solo possesso e scambio di denaro, ritenuto un mezzo, non un fine. Il credito, inoltre, in tutte le sue forme, è un diritto umano, non discrimina tra i destinatari (“bancabili” e non “bancabili”), questi solo alcuni dei principi a fondamento dell’attività. Il fine di tutte le attività è e rimane l’uomo, il suo benessere si costruisce con mezzi idonei, tra i quali il denaro. La finanziarizzazione dell’economia ha recentemente sovvertito ciò. La vera ricchezza è data, per tutti, da una giusta produzione e un’equa ripartizione delle risorse. Ciò che si può fare, pur non essendo nelle stanze dei bottoni dei grandi del mondo, è modificare i nostri stili di vita, partendo dal modello dell’economia di sviluppo per giungere a quello di un’economia etica e solidale, attraverso la finanza etica, il consumo critico e il commercio equo e solidale, i gruppi d’acquisto solidale. Quando scegliamo di affidare i nostri risparmi ad un istituto di credito, sappiamo quale politica di investimenti adotta la Banca? è bene informarsi! Cosa fa dei nostri soldi? Finanzia acquisto e l’esportazione di armi – a nostra insaputa -, eroga interessi irrisori a fronte della concessione di prestiti usurai? In tal caso non depositare o spostare i risparmi in altri Istituti di credito. Qualcuno penserà che non serva a nulla, ma se l’azione fosse effettuata da molte persone, sicuramente la politica della Banca dovrebbe cambiare. Dovremmo scegliere gli Istituti eticamente orientati nelle loro azioni. E’ una questione di coscienza! Un’azione capillare, silenziosa ma potente, capace di creare cultura, di modificare abitudini dannose, di organizzare campagne di sensibilizzazione e di cambiare la mentalità di molti. Inoltre, attingere ad un’informazione corretta e trasparente sul problema della finanza e dell’economia solidale dovrebbe sempre tradursi in concreti stili di vita innovativi, privilegiando l’uso responsabile del denaro e dei consumi (e così di tutte le risorse del pianeta), evitandone lo spreco e forme predatorie di prelievo a scapito dei paesi più poveri. “Agire localmente e pensare globalmente” è ormai uno slogan di successo ma soprattutto un programma ed un metodo di lavoro efficace. Anche nella nostra piccola realtà si può cominciare a porsi questo problema: creare una cultura consapevole dell’economia solidale e della Finanza Etica è il primo passo per costruire delle soluzioni concordate e adeguate.
Sabato 18 Aprile, auditorium via Scardocchia ore 11.00 – 13.00