Riceviamo e pubblichiamo
«Duecentoquattro anni, ma non li dimostra. Tanti ne ha la Benemerita, da quando Vittorio Emanuele I di Savoia, attraverso le Regie Patenti del 13 luglio 1814, istituì il Corpo dei Reali
Carabinieri. Da allora, tradizione e innovazione hanno sempre camminato di pari passo e hanno fatto sì che l’Arma non fosse snaturata delle sue funzioni. È rimasta così, per oltre due secoli, sempre vicina ai cittadini con compiti sia civili che militari, impegnata nella tutela dell’ordine pubblico e nella difesa della patria con fulgidi esempi di altruismo e di eroismo. A tal
riguardo ritengo doveroso ricordare un fatto non molto conosciuto e che invece merita di essere collocato nella sua giusta dimensione storica. Mi riferisco all’eccidio di Tavenna, avvenuto nel settembre del ‘43, quando le truppe tedesche, in un’azione di rappresaglia, prelevarono due carabinieri, Vincenzo Simone e Giovanni Iuliano, e un civile, Giuseppe Di Lena, per fucilarli. Riuscì a cavarsela solo Iuliano, mentre Simone e Di Lena furono
passati per le armi.
Dall’eroismo alla quotidianità. Essere carabiniere, ieri come oggi, significa adempiere ad una missione, significa indossare una divisa che ti riempie di orgoglio, che ti fa sentire grande: la grandezza di essere un fedele servitore dello Stato.
Alle carabiniere e ai carabinieri molisani o che prestano sevizio nella nostra regione giungano gli auguri miei personali e della Regione Molise che mi onoro di rappresentare».
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