“Nell’estate 2014 si tornerà a parlare di fermo biologico, con la marineria italiana che a scaglioni dovrà sospendere l’attività di pesca. Una misura che ogni anno evidenzia difficoltà e lungaggini burocratiche insopportabili per l’erogazione del sostegno al reddito alle imprese di pesca ed ai marittimi imbarcati, infatti per il 2013 gli operatori non hanno ancora ricevuto il dovuto e tanto provoca disagi anche alla luce delle criticità del settore”, criticità raccolte dall’onorevole molisana del Pd Laura Venittelli, che ha presentato alla Camera dei Deputati una interrogazione urgente a risposta immediata, il cosiddetto Question Time, che verrà discusso nel pomeriggio di oggi, giovedì 15 maggio, in Commissione Agricoltura.
TESTO DELL’INTERROGAZIONE:
VENITTELLI e OLIVERIO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
al fine di tutelare le risorse del mare ha assunto grande importanza la misura dell’arresto temporaneo per le attività di pesca attivato negli ultimi anni e, quindi, anche negli anni 2012 e 2013;
in virtù dell’arresto temporaneo, comunemente detto «fermo biologico», le navi da pesca autorizzate ad esercitare l’attività di pesca con il sistema strascico e/o volante, iscritte nei compartimenti marittimi da Trieste a Rimini, da Pesaro a Bari , da Brindisi ad Imperia, oltre che per i compartimenti della Sardegna e Sicilia è stata disposta l’interruzione temporanea obbligatoria delle attività di pesca per un periodo che va da 3 a 6 settimane, nel rispetto dei periodi e dei plani di gestione disposti con provvedimento regionale;
inoltre, sempre nel 2012 e 2013 sono state intensificate le misure del cosiddetto «dopo fermo» al fine di rafforzare la tutela delle risorse ittiche nell’area del mare Adriatico. Nello specifico, è stato stabilito che, decorso il periodo di fermo, l’attività di pesca per 10 settimane è stata consentita solo per 3 giorni a settimana e successivamente solo per 4 giorni a settimana;
infine, è stata vietata sino alla fine del mese di ottobre, sia per il 2012 che nel 2013, nelle acque dei compartimenti marittimi sempre dell’Adriatico (ad eccezione di quelli di Monfalcone e di Trieste) e dello Ionio, la pesca a strascico e/o volante ad una distanza dalla costa inferiore alle 6 miglia, ovvero con una profondità d’acqua inferiore a 60 metri;
a fronte del periodo di «sospensione dell’attività» e delle misure successive sopraindicate, per le tante famiglie di pescatori italiani e per le imprese di pesca era stata prevista l’erogazione di un sostegno al reddito, rimandando ad un successivo decreto ministeriale ai fini della individuazione dei criteri e delle modalità di erogazione dello stesso;
purtroppo sino ad oggi sia le imprese di pesca che i lavoratori/pescatori non hanno ancora ottenuto il sostegno al reddito previsto per l’arresto temporaneo del 2013;
la mancanza del detto sostegno, a distanza di 10 mesi, sta determinando una pesante ricaduta sulle legittime spettanze dei lavoratori e, consequenzialmente, un crescente clima di preoccupazione in tutto il settore anche nell’imminenza del prossimo periodo di arresto temporaneo estivo –:
quali urgenti iniziative si intendano assumere al fine di assicurare la più sollecita conclusione dell’iter amministrativo ai fini della erogazione del fermo per le imprese di pesca e per i lavoratori dell’intera marineria italiana.